Il CDM nella giornata del 4 Luglio 2024 n. 92 ha adottato il cosiddetto Decreto Carceri.
In cosa consiste:
Il principio guida è l'umanizzazione della pena;
assunzione di mille agenti penitenziari
maggior rapidità nell'applicazione della "liberazione condizionale", Art. 176 cod. pen. applicando sconti di pena al detenuto che ha avuto, in carcere, un comportamento di ravvedimento
aumento delle telefonate coi familiari ( non si applica per reati di mafia - regime previsto dall' Art. 41 bis)
misure penali di comunità per minorenni e tossico- dipendenti in apposite strutture individuate a livello regionale.
Va detto che , ad ogni estate, puntualmente il tema della situazione carceraria assurge agli onori della cronaca, a causa della situazione di estremo disagio in cui si vive nei penitenziari, denunciata da qualche Parlamentare più illuminato, e, da molte associazioni di volontariato.
D'altronde è proprio d'estate che esplode la bolla carceraria, a causa sia delle sempre più estremi temperature registrate in questi ultimi anni, che, per il sovraffollamento che si registra da tempo nei penitenziari Italiani.
E' dunque positivo il fatto che questo Governo, che vede nella sua compagine, Carlo Nordio, un autentico liberale, quale Ministro di Giustizia, abbia avuto la sensibilità di predisporre un Decreto apposito.
Detto ciò va osservato nel contempo che tale decreto non contiene novità di grande rilievo al fine di risolvere l'annosa questione delle carceri Italiane, più volte denunciate, negli anni, dal Partito Radicale e dal compianto Pannella.
Infatti, a parte le nuove assunzioni di personale, l'unica novità di rilievo è quella rappresentata dalle " Residenze di Comunità", ove far scontare la pena a minorenni, tossicodipendenti e fragili.
Infatti, ad esempio, per la liberazione condizionale, succedanea alle misure alternative alla detenzione, si stabilisce soltanto che sarà più celere, non introducendo nulla di nuovo.
Di ben altra portata invece è il recepimento di un principio insito nel più illuminato diritto penale, cioè quello che, già illustri luminari del diritto, come Antolisei e Mortati per tutti, avevano propugnato, sulla base peraltro della Costituzione Italiana, ( Art. 27 Cost.), che stabilisce che " le pene non devono essere contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del reo".
Anche le cosiddette Case di Comunità in fondo esistevano già, a mio parere, anche se in misura molto ridotta, e situate, finora, in poche Regioni
Credo infatti che il modello immaginato dal Decreto sia molto simile alle R.E.M.S., strutture che hanno sostituito i vecchi manicomi giudiziari, e che assolvono al compito di far scontare la pena a soggetti con patologie psichiatriche che si siano macchiati di un delitto, e che devono scontare una condanna.
D'altronde quando, nel Decreto, si parla di soggetti fragili, credo si riferisca a queste persone.
Probabilmente da strutture a metà fra il penitenziario e una struttura di cure sanitarie, ( REMS), queste nuove strutture previste dal decreto assumeranno una fisionomia e modelli organizzativa simili, disponendole anche a carico di minori e tossico- dipendenti, con una impronta naturalmente più "securitaria".
Potrebbe essere una buona misura visto che i problemi denunciati da anni sulla disastrosa situazione delle nostre carceri dipendono essenzialmente da 2 elementi:
le vecchie e obsolescenti attuali carceri Italiane ( problema edilizio);
il sovraffollamento dei detenuti, a volte il 50% in più del numero consentito dalle strutture stesse;
Liberare dunque tali strutture da detenuti fragili come i minori e i tossico- dipendenti, potrebbe quanto meno risolvere il problema del sovraffollamento.
se a ciò si aggiunge una maggior speditezza nell'attuazione della misura, già previsti da recenti riforme di settore, della Liberazione Condizionale, per i detenuti che ne abbiano i requisiti ( ravvedimento comportamentale), probabilmente non occorrerà costruire nuovi "mausolei maleodoranti delle pene", come da qualche parte si suggerisce.
Costruire nuove carceri, a parte il consumo di nuovo suolo, necessiterebbe di ingenti risorse e personale di custodia, e, in ogni caso, implementerebbe politiche securitarie, lontane dal pensiero liberale di uno Stato moderno.
Si punti invece alla ristrutturazione degli edifici esistenti, e, ove occorra si allarghino gli spazi e le dimensioni delle celle, e di quelli di socialità e per le famiglie, nel solco del principio della umanizzazione della pena.
D'altronde, spesso, i nostri penitenziari insistono su aree demaniali, che dispongono di ulteriori aree adiacenti, anche per motivi di sicurezza, che potranno ben essere utilizzate con interventi agevoli e spediti, evitando appalti, burocrazia, eventuali episodi corruttivi, senza consumare altre superfici dei nostri territori Comunali, già fragili e compromessi da enormi colate di cemento desertificanti ed antropizzanti.
In definitiva un buon primo passo quello del Ministro Carlo Nordio, che ora va completato con ulteriori provvedimenti e una autentica Riforma della Giustizia, a cominciare dalla attuazione dal Tribunale unico per la famiglia e minori, separazioni delle carriere fra Giudici e P.M., certezza della pena, celerità del Processo Civile, implementazione delle Alternative modalità di Giustizia ( ADR), come nelle democrazie Anglosassoni.
19 agosto 2024
sebastiano arcoraci -Scrittore- Blogger
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