E' di grande attualità il tema dei non più giovani che governano "il mondo"
Alcuni opinionisti, fra cui Gramellini, giornalista e scrittore, anche sui maggiori Media, ha posto, nei giorni scorsi, l'argomento, incentrando la sua tesi sull'assioma :
Democrazia o Gerontocrazia.
Senza alcun dato scientifico o indagini statistiche approfondite, sulla base di alcune semplici deduzioni, ha cercato di affermare il principio che i destini del mondo moderno, l'occupazione del " potere", è oggi appannaggio di una generazione ultra anta, portando come esempio Trump. Biden e lo stesso Putin, quali figure mondiali che operano o detteranno, anche per il breve periodo, le più importanti decisioni mondiali.
Il tema è troppo importante per essere affrontato con analisi approssimative, ma certamente si può affermare che altrettanti esempi dimostrerebbero il contrario.
Basti pensare al più giovane Premier Francese Gabriel Attal, o a Pedro Sanchez in Spagna, o Rishi Sunak , giovane quarantenne Premier Inglese, o alla stessa Premier Italiana Giorgia Meloni.
Per non parlare dei giovani Leader delle nuove Repubbliche Baltiche o delle Repubbliche del Nord Europa, da sempre esempio di scelte verso un futuro del loro Paese, garantito da forze fresche e giovani energie, anche in termini di idee e progetti, per essere al passo dei tempi e delle sfide delle moderne democrazie.
Un tema come si può vedere, dunque controverso.
Personalmente ritengo che, se si parla solo di "Governi", la scelta spetti agli elettori, anche se agli elettori, vanno "offerti" progetti e uomini politici all'altezza del compito gravoso che li aspetta.
Più verosimilmente un Paese giovane, una giovane democrazia, si affidi a giovani governanti, mentre le " vecchie democrazie Europee", ben possono affidarsi ad uomini e donne di esperienza, solidi e con forti Partiti alle spalle.
Peraltro è indubbio, che come ci dicono tutte le statistiche, anche più recenti, si va verso un invecchiamento progressivo della popolazione.
L'Italia, ed in genere l'Europa, ne sono l'espressione più evidente.
In Italia, secondo l'Istat, gli over 65 ormai rappresentano il 25% della Popolazione, la media più alta dei Paesi Europei, che si attesta comunque al 21,1%.
Come si vede, dunque, il fenomeno è in forte crescita, e a fronte di poche nascite, si teme raggiunga nei prossimi 25 anni, vette ancora più alte.
Ben diversamente avviene nel Continente Africano e nel Medio Oriente, da dove potranno invece venire la gran parte dei nuovi nati.
Il punto allora è se nel Mondo, in Europa ed in Italia, si stanno approntando politiche sociali adeguate per affrontare tale enorme questione.
In Italia, l'attuale Governo, ha emanato la Legge Delega n. 33 del 23 Marzo 2023 per l'Invecchiamento Attivo.
Mentre, ad oggi, si è in attesa dei Decreti Attuativi, ( si spera in arrivo), si può già affermare però che le Regioni, i Comuni e le ULSS, potranno avere a disposizione strumenti utili, e mettere in campo " Politiche Attive", a favore delle persone anziane.
Di certo, se si vuole che la Legge produca effetti positivi, vanno allocate delle risorse adeguate, che al momento sembrano non definite sia nell'ammontare che a chi attribuirle.
La Regione Veneto , in tal senso, ha adottato delle " Linee Guida per i Piani di Zona dei Servizi Socio- Sanitari per il triennio 2023- 2025.
A seguire, poi, l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Veneto ha realizzato un brillante Forum presso l'Università di Venezia, presentando un Piano di Azioni per i prossimi tre anni.
Ebbene, io credo che innanzitutto Il Governo dovrà dare delle direttive perchè ogni Regione adotti tali misure, rendendole il più possibile omogenee, nell'assicurare ad ogni cittadino, delle prestazioni standard sufficienti, a prescindere dai territori di appartenenza.
In secondo luogo, bisognerà coinvolgere tutti gli attori sociali in campo, ivi comprese le Associazioni rappresentative della Categoria, gli Enti Previdenziali, i Comuni e le Ulss.
Garantire agli stessi accessi agevolati nelle prestazioni Sociali e Sanitarie, favorendone la soddisfazione dei bisogni in termini certi e rapidi anche in vista del loro " utilizzo" sociale nelle dinamiche familiari.
In terzo luogo bisognerà invertire l'approccio sistemico-culturale, che vede le persone anziane solo come soggetti da assistere.
Va invertita insomma quella "summa" che vede gli anziani solo come un peso per la società anziché come vera e propria risorsa.
Basti pensare al ruolo che essi svolgono nelle famiglie, con l'ausilio nella crescita dei nipoti, anche mediante il loro apporto economico nella gestione delle stesse, o al contributo importante che offrono come volontari ai Comuni nella gestione di alcuni servizi, ed alle Organizzazioni Sociali del No Profit.
Ruolo che si allarga e protende anche nella gestione delle botteghe artigiane, nelle Organizzazioni Sindacali ed in quelle Politiche.
E pur senza voler riprendere il tema "Gramelliniano" dei vecchi che Governano il mondo, peraltro, come ho specificato sopra, poco realistico, vi è senz'altro da cambiare mentalità assumendo dunque la persona anziana come un soggetto con nuovi diritti, mediante politiche di pro- attività nel loro processo di invecchiamento.
Palestre della Salute, Circoli di conversazione letteraria, Botteghe dei Mestieri, Visite Culturali, Animatori Sociali, Istruttori nei percorsi educativi giovanili, Università della Terza Età, son solo primi modelli che potranno essere adottati nelle varie Comunità Locali.
Guardare insomma all'anziano come partecipe attivo della Società moderna.
I benefici saranno notevoli sia in termini di risparmio economico nelle prestazioni sanitarie a loro dedicate, che in termini di guadagno economico per il contributo che loro potranno offrire , se in forma ed in piena salute, nei vari settori della Società.
Un tempo, col passare degli anni, nelle Civiltà più evolute, si diventava "Saggi", non pesi .
Ripartiamo da questo!
sebastiano Arcoraci
21 Gennaio 2024
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