Mentre scrivo è in corso lo spoglio delle schede e non è ancora emerso il risultato elettorale in Sardegna.
Però si sa già chi è il vincitore, ovvero il Partito degli Invisibili con il 47,6% .
Un risultato trionfale se fosse stato davvero il risultato relativo all'affermazione di uno dei candidati Governatori (4), o di una delle Coalizioni in campo, o di un singolo Partito in lizza.
Invece, ahinoi, è il risultato relativo agli Astensionisti, che conferma, anche in questa bellissima Isola, la forte disaffezione degli elettori alle urne.
E questo nonostante le grida di allarme che ormai da quasi dieci anni continuano a lanciare, sia le varie forze politiche, sia i più autorevoli opinionisti politici, oltre a molti Costituzionalisti, preoccupati del deficit di democrazia che così si crea.
Premesso che personalmente ritengo tale fenomeno il segno dei nostri tempi, complice anche una sorta di pensiero portatore di una cultura, che sembra privilegiare quasi una dimensione di "Vissuto via Web", che allontana sempre più dai luoghi vivi e reali del nostro vivere quotidiano, a cui in parte dunque potrebbe essere data una risposta, facendo esprimere il proprio voto, anche on line , (almeno alle Elezioni Locali), vi sono altre importanti motivazioni, forse ancora poco scandagliate ed analizzate seriamente.
Motivazioni che in parte sono dovute ad una forte delusione dei cittadini nei confronti della classe Politica, che in tutti questi anni, non ha certamente risolto le molteplici problematiche presenti nella Società Italiana : Giustizia- Pari Opportunità - Disuguaglianze Sociale- Sanità- Divario Sud- Nord, Politiche per la Famiglia- Giovani Lavoro- etc... .
Ancora oggi, infatti, molti giovani, emigrano al Nord, e più di recente all'Estero , ben 380 mila nell'ultimo decennio, ( 36 mila solo nel 2023).
In Sardegna, ad esempio, nello stesso periodo, almeno 30.000 Isolani hanno lasciato la Sardegna, ( circa 3.000 l'anno), l'80% in Europa ed il 20% nelle Americhe, per cercare lavoro, e riscatto, rispetto alle condizioni di vita insufficienti offerti dall'Isola.
Ma bastano queste seppure fortissime motivazioni per giustificare il dato emerso da queste Elezioni Regionali Sarde?.
Io credo di no, perché a queste, va, in parte, aggiunto anche il dato relativo alla imposizione dall'alto dei Leaders di Partito dei Candidati Governatori, senza ad esempio organizzare una sorta di primarie nei vari territori per la scelta del candidato migliore, che certamente ha allontanato dalle urne molti cittadini, che poco si riconoscono nei Candidati espressi dai Partiti Nazionali.
Partiti Nazionali appunto che certamente, in parte, lontani dall'Isola, ben difficilmente si sono distinti in questi anni nel dimostrare di avere a cuore i bisogni della popolazione Sarda : Infrastrutture- Viabilità- Ambiente- Lavoro -Impresa - Siccità .
Nei Trasporti, ad esempio, nonostante gli appelli degli Isolani, e non solo, si aggrava e pesa moltissimo nell'economia dell'Isola, il problema del caro voli, senza che alcuna soluzione emerga all'orizzonte con gravi responsabilità dell'attuale classe Politica Nazionale e poco coraggio di quella Regionale.
A ciò si aggiunga anche una forte delusione degli elettori Sardi rispetto agli aneliti di speranza che avevano suscitato i Movimenti Autonomisti, che, anche con la recente esperienza di Soru. uno dei Leader dell'Autonomismo Sardo, ed uno dei quattro Candidati a Governatore, non ha saputo imporre le proprie ragioni ideali a Livello Nazionale, né a far entrare il tema del Federalismo nella Agenda della Politica che conta.
Come si vede un quadro a tinte fosche, ove è, evidente, che a parere della quasi metà degli elettori Sardi, sarà assolutamente insignificante il risultato che emergerà dalle urne da qui a stasera.
Secondo metà dei Sardi non avrà importanza dunque chi vincerà queste elezioni, poiché Essi credono che ancora una volta la peculiarità della loro Isola e le aspirazioni di cambiamento saranno frustrate.
Se, e sottolineo se, la cornice in cui ci si muove è questa, allora io credo che si debba affrontare finalmente il tema dei temi : "avvicinare la Politica ai Cittadini".
Organizzare i temi a livello Orizzontale, ascoltando i bisogni che giungono dal basso, privilegiare gli spazi informali della Politica, aumentare la democrazia all'interno dei Partiti, selezionare la classe dirigente attraverso forme di primarie, modificare le modalità di voto, coinvolgere i giovani nelle decisioni che li riguardano ( Scuola- Università - Lavoro- ambiente- Tempi di Vita).
Questo vale per la Sardegna evidentemente ma io credo anche per l'intero Paese, che esprime ormai da tempo, una disaffezione netta per la Politica politicante, lontana dai loro mondi reali e spesso rappresentata da pochi eletti, poco preparati, muti ed obbedienti alle decisione dei capi.
Rivitalizzare quindi le nostre Comunità, dando maggior spazio ai Corpi intermedi. all'associazionismo, al movimentismo, al Volontariato di cui l'Italia è oltretutto ricca.
Infine compiere le Riforme, quelle attese da anni, dando maggior spazio alla concertazione ed alle co-decisioni, valorizzando le diversità territoriali e Regionali.
Solo così, allargheremo il tempo e lo spazio di democrazia, pena il mantenimento di una classe elitaria verso cui al momento vi è una forte disapprovazione sociale.
Ridare dignità e ruolo alla Politica, quella vera, quella con la P maiuscola.
Chi ha vinto in Sardegna lo sappiamo già , ha vinto il Partito degli invisibili, a cui invece va ridato il giusto ruolo di protagonista e non di semplice osservatore.
Non credo sia da rallegrarsi dunque, se ad esito ottenuto, la vincitrice o il vincitore, governerà di fatto con il 26- 28% dei votanti ( e non degli aventi diritto al voto), rappresentando dunque solo un terzo dei Sardi.
Si rifletta dunque sin che si è in tempo, e si agisca!
Sebastiano Arcoraci
26 Febbraio 2024
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