In questi giorni non si parla d'altro.
Bari è diventata la capitale del malaffare?
Io non credo .
Penso semmai che il solo angolo di visuale colpevolista, con cui si guarda questa interessante realtà, insieme a quella dell'intera Puglia, poco spieghi la situazione reale di quest'area e di tutto il Meridione.
Per spiegarla forse occorre ripartire dalla Questione Meridionale, di cui si cominciò a parlare dopo l'Unità d'Italia nel 1861?
Ebbene con la nascita dello SVIMEZ nel 1946 si credette che ciò avrebbe creato le basi per ridurre il forte Gap con il Nord, soprattutto in termini di sviluppo economico.
Ciò che naturalmente non accadde, anzi alla fine degli anni '50 il Sud fu luogo prescelto di costruzioni di vere e proprie cattedrali nel deserto, come le Raffinerie Petrolchimiche di Gela, Priolo e Milazzo, che avevano la finalità di fungere da fattore moltiplicatore di crescita sia occupazionale che sociale ed economica.
Modello che , dopo un breve periodo iniziale positivo, specie per la crescita occupazionale, sancì un vero e proprio de profundis, distruggendo interi territori abbandonati allo sfascio ambientale, senza di contro ricevere quei benefici previsti in termini di sviluppo complessivo di quelle aree .
Poi negli anni '60 e '70, dopo l'Istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, si credette, ancora una volta, che fosse "la Cassa" a rappresentare la chiave di volta dei problemi di quell'area.
Così non fu invece, perché, a seguito di questa, con la nascita di nuove "cattedrali industriali", come quella della grande industria automobilistica in Campania e il Porto di Gioia Tauro in Calabria, fra le altre, si rivelarono, anch'esse, dopo un primo periodo florido, fallimentari e di retroguardia.
Il fatto è che, errando impostazione Politica, , si ritenne di posizionare al Sud le industrie più pesanti e di grandi dimensioni, violentando i territori, senza valorizzare le risorse endogene di quelle aree, come l'agro-alimentare, il commercio, la portualità ed il diportismo, il turismo e i beni culturali, l'istruzione e la formazione, l'artigianato di eccellenza.
Fu realizzata una vera e propria Politica di conquista territoriale, spesso con una cultura colonizzatrice e di rapina del Nord nei confronti del Sud.
Nel frattempo il mondo finanziario e bancario locale, fu via via smantellato, con evidenti ricadute sulle politiche del credito alle imprese e alle famiglie.
Anche gli Istituti Bancari più importanti come il Banco di Napoli e di Sicilia non furono sostenuti a sufficienza, ed anzi furono svenduti ed accorpati ad altri colossi bancari con nessuna radice storica in quei territori.
Al contempo il fenomeno della criminalità organizzata non diminuiva, anzi profittando di una certa assenza dello Stato, anche sul piano militare, a eccezione dei Vespri Siciliani, con il Generale Mario Buscemi, con 5.000 uomini, dal 1992 al 1998, che in parte, mise a segno una serie di arresti fra i capi mafiosi, ripulendo un po' l'ambiente, crebbe ancora.
Dunque oggi, parlare del caso Bari è forse parlare ancora della Questione Meridionale.
Eppure Bari non da esiti solo negativi, ad esempio l'occupazione nel 2023, è cresciuta di ben 26.000 unità, e l'export è pari a 10 miliardi di euro.
Senza contare che l'intera Puglia sta vivendo, negli ultimi anni, un forte dinamismo, con un PIL in crescita, e che si attesta su 76 miliardi, rappresentando la terza economia del Sud, con punte di eccellenza come Lecce ( la Città più ricca).
Purtuttavia rimane pur sempre la terzultima Regione nella classifica fra quelle Italiane più ricche.
Eppure, nonostante tale crescita, e forse proprio a causa di questa, in particolare nel settore Turistico, Aerospaziale e nell'Energia, non diminuiscono fenomeni di criminalità organizzata, come la Sacra Corona Unita e la 'Ndrangheta.
Lo dice l'ultimo report della DIA, che oltre a registrare un controllo del territorio di tipo militare da parte del crimine organizzato, si è notato che il crimine si specializza, sempre più, come "modello d'affari", realizzato , in gran parte, con i proventi ricavati dal fenomeno estorsivo e dal traffico di stupefacenti.
Quel che però più mi ha colpito, leggendo questi dati, confermati dalle relazioni dei Procuratori Generali, all'apertura dell'anno giudiziario, del 2023, delle Corti d'Appello di Bari e Lecce, è che , oltre ciò, si siano registrati, e regolarmente contestati, ben 60 mila illeciti amministrativi, in un anno ( 162 al giorno) .
Un quadro dunque che attesta una mala pratica generalizzata nella gestione della Pubblica Amministrazione.
Dunque il caso Bari esiste, o se volete il caso Puglia esiste, ma io reputo esista ancora di più, il caso Meridione.
Infatti, è Inutile nascondere che esistono oggi almeno due Italie, e che, non intervenire subito rischia di cancellare fenomeni invece, in parte positivi, buone pratiche e gestioni virtuose del bene pubblico e delle risorse pubbliche, che seppure a fatica, sono emersi in questi ultimi anni in tutto il Sud, anche in Puglia, come indicato in premessa.
Ed è proprio partendo da questi pur insufficienti ancora, elementi positivi, che va affrontata oggi seriamente la nuova Questione Meridionale.
Di recente molti Governi, a parole, ci hanno provato, ma con scarsi risultati.
Di recente, anche Draghi ci provò, col Suo Governo, nel 2021, inserendo nei suoi programmi una nuova Politica di investimenti per il Sud, in parte incompiuti proprio per la fine anticipata del Suo Governo.
Anche il Governo Meloni sembra provarci con il DDL che prevede "l'Agenda Sud", contenete 10 punti di intervento.
Una unica ZES per territorio, una nuova politica per l'Istruzione e la Formazione dei giovani, (generazione cui si pone ogni speranza per un nuovo futuro) , con l'individuazione di ben 240 Istituti Scolastici, scelti con criterio Invalsi, per creare modelli di eccellenza "dei saperi".
Risorse mirate, come quelle messe in campo da questo Governo, destinate a progetti esecutivi di pronta messa in cantiere, con la realizzazione di grandi infrastrutture viarie e ferroviarie, ( alta velocità), potrebbero alimentare, una nuova visione, per risolvere, in parte, la storica " Questione Meridionale"?
Io credo di sì, a condizione che vengano, nel contempo, realizzati progetti come quelli di una associazione promossa da un ex Magistrato del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, Roberto di Bella, " Liberi di Scegliere", per instillare nei giovani figli di capi mafiosi, percorsi di convivenza civile, recuperandoli ai valori di onestà, liberà e impegno civile, o altri analoghi progetti, che abbiano come obiettivo centrale un approccio nuovo verso "la Questione", non meramente assistenzialista, ma di Cooperazione e Collaborazione nelle scelte che si faranno per il SUD.
Non decisioni calate dall'alto, né finanziamenti a pioggia aiuteranno la situazione, ma un nuovo corso socio-politico, che abbia come fulcro l'auto- Impresa egli investimenti nei settori maggiormente aderenti alla storia, ed alla natura dei luoghi.
Infine, io credo, occorre dare spazio alle nuove spinte culturali che pure stanno emergendo in quei territori, coniugandolo con un rinnovato senso civico e partecipativo, che, a partire dalle nuove generazioni, potrà imprimere quella svolta decisiva che ormai si attende da più di 150 anni.
Si colga allora l'occasione di quanto sta accadendo in questi giorni in Puglia, e si attuino davvero, in Cooperazione con il Sud, politiche di sviluppo serie, ed armoniche con questi territori, pena aver mancato, ancora una volta, un importante appuntamento con la Storia.
Diminuire il Gap oggi esistente fra le due Italie può essere una sfida da cogliere, ed, io credo, che anche le rinnovande Istituzioni Europee, dovrebbero occuparsene, con politiche mirate di sviluppo e crescita, coniugate ad una forte azione di contrasto del malaffare e crimine, che ancora infesta quei territori.
Crimine che, peraltro, dissuade i giovani, che invece, intenderebbero restare, e lottare nei loro territori, per liberarsi, per sempre, da tutte le Mafie.
sebastiano arcoraci - 6 aprile 2024
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