L'Italia è spaccata? sì !!
Chi può negarlo?
Motivi? : tanti, fra cui le mancate realizzazioni di importanti infrastrutture, lo spostamento degli interessi dei mercati, che anzichè volgersi verso l'area del Mediterraneo, seguono da tempo nuove rotte ( India- Cina- Asia- Europa del Nord- U.S.A.), una larga parte della sua classe politica poco coraggiosa, divisa, miope, spesso ostaggio della criminalità locale.
Nei tempi più recenti a ciò si aggiungono i ritardi sulla capacità di spesa dei fondi Europei, e, da ultimo, anche la realizzazione degli obiettivi di cui ai fondi provenienti dal PNRR sono in forte ritardo.
Non c'era certo bisogno dunque che, soprattutto dal Pd e dai Cinque Stelle venisse paventata la " spaccatura del Paese", al momento di votare la recente Legge approvata al Senato sull'Autonomia differenziata, per giustificare le loro contrarie ragioni.
Una Legge che, a mio giudizio, e secondo molte voci autorevoli, peraltro, avrà bisogno di importanti correttivi per essere considerata una vera e propria Riforma Istituzionale, ma che certo non ha la responsabilità di muoversi oggi in una situazione che effettivamente vede 2 Italie.
Anziché quindi gridare allo scandalo, questa parte politica dovrebbe porsi molte domande sull'origine di tale cattiva situazione, una fra tutte:
"cosa ha fatto la propria parte politica per migliorare tale situazione negli anni e nei luoghi, che per molto tempo ha governato? ( Campania- Sardegna- Puglia- Calabria-fra tutte).
La risposta la lascio ai lettori.
Purtuttavia credo che i cambiamenti in positivo non possano farsi con proposte di misure demagogiche e assistenzialiste, come ad esempio quella del Reddito di Cittadinanza o quella del 110% che tanti danni stanno procurando al Paese sia in termini di bilancio che di approccio culturale ai temi dello sviluppo dell'economia e dell'occupazione.
Preso atto dunque di tale situazione, sarebbe utile invece cambiare passo e cambiare modo di far politica affrontando seriamente i problemi , che sono tanti ed in tanti settori :
1 - Economia
2- Sanità
3- Occupazione
4 Criminalità.
Basta osservare i relativi indici :
A) Economia - crescita stimata PIL + 1,2 Nord - Calabria 0,00
B) Disocc. - Nord tasso al 5,6 - Sud 15,9 ( giovani 23,6 - donne 32,5)
C) Criminalità : fra le Province a più alto tasso di insicurezza spiccano quelle del SUD ( ad eccezione di Milano) , ove il racket verso il Commercio, le estorsioni, traffico di droga, continuano ad essere parte di un tessuto sociale molto difficile ove la N'drangheta e la Mafia operano incessantemente, seppur più nell'ombra rispetto a tempo fa, così come da tempo dimostra il grande lavoro del Procuratore Nazionale Nicola Gratteri, oggi a capo della Procura di Napoli, anche con i suoi ultimi lavori letterari
D) Sanità, spesso in situazioni a dir poco deficitaria, ove ancor oggi si assiste al triste fenomeno del turismo sanitario verso le strutture mediche del Nord, pur avendo spesso, come in Sicilia e Campania, molti fondi e finanziamenti, alla pari di ragioni come l'Emilia Romagna e Veneto ( vedi tabella).
Se a questo si aggiunge che in trent'anni più di un milione di persone residenti hanno lasciato il Sud il quadro diventa ancor più chiaro.
Non solo: gli occupati sono come dello stesso numero che negli anni novanta.
Come si può vedere dunque un quadro poco idilliaco ove il da fare, per coloro che vorranno impegnarsi con proposte di cambiamento vero, con serietà, lealtà, lungimiranza, onestà, amore verso il proprio territorio, nei prossimi anni sarà tanto.
Ma il riscatto deve avvenire con approcci nuovi, senza gattopardismi, senza demagogia, suscitando false speranze nei propri cittadini, soprattutto puntando alla crescita dei fattori insiti di queste Regioni:
Il turismo, la promozione dei beni culturali, l'economia circolare diffusa, la pesca, il diportismo, il commercio marittimo, il crocierismo, l'artigianato di lusso, l'agro-alimentare di qualità, l'Industri Green.
Va sviluppata l'auto- impresa, e gli investimenti produttivi anziché l'insediamento di
industrie desertificanti.
Certo anche il Nord dovrà fare la sua parte con collaborazioni attive e di joint venture, con investimenti e fondi gestiti alla pari con le aziende del Sud.
Anche il Governo Centrale può fare molto attraverso la sussidiarietà orizzontale ed investimenti produttivi idonei a questi meravigliosi territori, defiscalizzando molti prodotti Made in Sud, e sostenendo appositi fondi di sviluppo.
Occorrerebbe infine sviluppare il credito, oggi davvero asfissiante per le Aziende del Sud e per le famiglie. Tassi e garanzie richieste così alte impediscono a volte ogni pur timida iniziativa imprenditoriale.
E' tempo però che anche l'ABI riveda le proprie politiche di credito e scommetta sulla rinascita del SUD.
Attese mal riposte? io credo di no se ogni attore della Politica Nazionale e dell'Impresa saprà fare la propria parte, senza gridare al lupo al lupo, ma operando quotidianamente, in sinergia con questi territori, pensando che il Sud sia un fattore aggiunto per l'Identità Nazionale e la sua crescita, e non come un peso per la Nazione.
Dalla Legge sull'autonomia differenziata dunque potranno venire nuovi stimoli anziché timori, pur prevedendo all'inizio un apposito fondo di compensazione per le Regioni più in difficolta, certi che una inversione di tendenza presto potrebbe portare frutti oggi insperati, con beneficio di tutto il Paese Italia.
sebastiano arcoraci
29 Gennaio 2024
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