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L'omicidio di Sharon Verzeni: non è delitto d'impeto?

Finalmente la verità!

Dopo un mese dall'omicidio di Sharon Verzeni, Moussa Sangare, il giovane Ialiano di origini Malesi, è stato individuato dagli inquirenti e ora, dopo la sua confessione, sarà detenuto in carcere.

Un delitto efferato contro una giovane donna indifesa, rimasta vittima sfortunata, dopo che Moussa aveva mosso un attacco, contro due giovani quindicenni, che, per loro fortuna, non è stato portato a termine e, ad estreme conseguenze dall'omicida.

Quel che mi ha colpito, e colpito tutti noi, di questo incredibile agghiacciante delitto, è la motivazione.

Personalmente non credo del tutto alla narrazione che si sta facendo sui media sui fatti accaduti, e cioè che abbia colpito senza un motivo preciso, a seguito di un raptus di follia omicida,.

L'uomo infatti era uscito di casa portando con se ben quattro coltelli, deciso evidentemente a compiere un crimine.

Peraltro, l'omicida ha atteso ben un mese prima di confessare il delitto, probabilmente perché ormai accerchiato dalla Polizia, che lo aveva già individuato quale persona coinvolta nel fatto di sangue.

Vi è, infatti, a mio parere, quasi sempre un motivo dietro gesti così efferati.

L'uomo, che aveva già precedenti per maltrattamenti a genitore e sorella, (Art.572 c. p. - pena da tre a sette anni), che lo avevano denunciato, era da considerarsi, con tutta evidenza, "soggetto pericoloso", e dunque avrebbe dovuto essere attenzionato con misure cautelari preventive, magari dotandolo di braccialetto elettronico?

Il punto è dunque di di aumentare la vigilanza per questo tipo di "reati spia", che spesso portano a commettere reati molto più gravi, persino uccidendo.

Ma cosa può spingere questi soggetti a compiere gesti, dapprima più lievi, e poi, sempre più gravi?

Le motivazioni sono tante naturalmente, oggetto peraltro di studi approfonditi da parte della Scienza di Criminologia, da cui bisognerebbe prendere spunto.

Emerge, però, un quadro generale di cui bisognerebbe tener conto, sin da ora, per cercare di prevenire tali delitti?

Forse si!

D'altronde alcuni elementi si ripetono con una certa frequenza.

Episodi di tal fatta non sono infatti isolati.

In Francia e in Germania, anche di recente, per restare in Europa, ad esempio, già si son verificati casi che possono paragonarsi a questo.

Certo la motivazione era diversa, prevalendo in questi la spinta del fanatismo religioso o politico.

Purtuttavia quel che emerge, a livello generale, è la genesi comune, che assume forme e aspetti, legati, soprattutto, all' "odio sociale".

Un odio che può originare dall'invidia sociale ad esempio, come nel caso in cui chi ha ucciso a lecce, una coppia di fidanzati, ha dichiarato " l'ho fatto perché erano troppo felici".

Un odio che a volte, specie nelle bande giovanili, nasce per un senso di "anomia", di un malessere del proprio vivere, o per la semplice "noia", o peggio ancora, per dimostrare un senso di supremazia, di forza, di sopraffazione verso il più debole, i più fragili.

E' dunque questa nuova e diffusa malapianta dell'odio sociale che va affrontata seriamente, sia dalle Istituzioni, che dai soggetti educanti, a partire da scuola e famiglia, dagli oratori e dal mondo associativo.

Che siano questi o meno le motivazioni di Moussa Sangare, che voleva diventare un artista della musica, sogno in realtà spento dalla realtà, lo potrà stabilire solo il relativo processo che a breve si svolgerà in Corte di Assise, ( Art. 5 c.p.p.), visto che il reato, di cui all'Art. 577 co. 1- n. 3, del Codice penale, che richiama l'Art. 575 in tema di aggravanti, per tali casi prevede una pena che può giungere sino all'ergastolo.

Quel che però è bene sottolineare che quasi mai accadono delitti "senza motivo".

Infatti, almeno a livello sociale, vi è quasi sempre una motivazione che porta a compiere delitti così brutali, e, che creano un forte allarme fra i cittadini, procurando un senso di orrore e di paura nelle nostre Comunità, specie fra i giovani e le donne, oltre che fra i soggetti fragili.

Occorre dunque agire subito, a livello istituzionale, anche al fine di prevenire possibili forme di emulazione, come già accaduto in altri Paesi, adottando idonee misure atte innanzitutto a rassicurare l'opinione pubblica, sempre più scossa, dai tragici episodi accaduti di recente in Italia.

#omicidioverzeni#delitto#odiosociale#cronacanera#sebastiano arcoraci - Commentatore - GNS Press - Bloggere



















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