Italia: 3 milioni ( 22%) di anziani rinunciano alle cure per insufficienza economica.
L’italia è un Paese la cui popolazione sta invecchiando.
Lo conferma l’Istat nel suo rapporto 2024 :
Al primo Gennaio 2024 la popolazione over 65 è pari a 14 milioni e 400 mila persone, e l’indice di vecchia ( cresciuto ) è pari a 193 anziani ogni 100 giovani.
In sostanza 1 Italiano su 4 è anziano. Anche nel Veneto il fenomeno comincia a preoccupare.
Si stima infatti che, nel 2023, nel Veneto, circa 160 mila persone over 65 ( 14%), su una popolazione di un milione 250 mila di anziani, stia rinunciando a curarsi per incapienza economica.
Ora, tralasciando per il momento le cause della de-natalità, occorre affrontare il fenomeno dovuto alla crescita della popolazione anziana.
E, se, è pur vero, che la longevità è indice di positività per un Paese, dall’altro può rappresentare un fattore di rischio, per le maggiori risorse, da dover allocare, in futuro, per le politiche sociali e sanitarie verso tale fascia di popolazione.
E’ infatti evidenziato, da molti studi di settore, che in Italia vi sono ben 3 milioni di anziani, che hanno rinunciato alle cure, per la propria insufficienza economica.
Ciò rappresenta una bella fetta di popolazione ( 22% ) rispetto al numero complessivo di anziani del nostro Paese.
Un fenomeno dunque allarmante, cui i nostri Governi, dovranno necessariamente affrontare e porvi rimedio, se vogliamo mantenere l’Italia nell’alveo dei Paesi Civili, e, dove si vive meglio.
Occorre quindi reperire, a breve, adeguate risorse, innanzitutto mantenendo il fondo di dotazione per i capitoli relativi alla spesa del "sociale", confermando la buona posizione del nostro Paese, in linea con la media nella Unione Europea, del 30,9% del Pil ( 31% U.E.), e, invece, aumentarla per la sanità, che vede L'Italia all’ultimo posto della classifica dei Paesi del G7, con una spesa pari al 6,4% del Pil ( 7% U.E ).
Naturalmente andrebbe fatta chiarezza, una volta per tutte, sciogliendo un nodo, che persiste da anni, nel nostro sistema di protezione sociale, separando nettamente, ciò che riguarda la previdenza da quanto invece attiene alla assistenza e cura.
Ne sortirebbe, da un lato, il riconoscimento di tutti i loro diritti, per chi ha contribuito interamente alla loro previdenza, versando fior fior di contributi, mentre, dall’altro, si specificherebbe “realmente”, quali siano i bisogni relativi alla popolazione in termini di assistenza, superando l’attuale sistema misto, poco trasparente, su cui si regge, ad esempio, il nostro Istituto Nazionale di Previdenza Sociale( INPS).
Si avrebbe così un quadro più chiaro sulle modalità di calcolo e sui contenuti delle due voci di spesa.
Naturalmente, almeno per coloro che sono anziani, con insufficiente capienza economica, tanto da rinunciare alle cure, va individuata una idonea e dignitosa soluzione, che passa, anche, attraverso un aumento dei fondi per la Sanità, vera priorità Nazionale, fino a portarla, progressivamente a pari degli altri Paesi, .
Come? :
Innanzitutto rafforzando le politiche per l’invecchiamento attivo, con iniziative di prevenzione, prima della cura vera e propria, sottoponendo le persone , nei previsti Ospedali di Comunità e distretti sanitari di base, a visite periodiche ed idonei esami diagnostici, contribuendo così, così, anche alla eliminazione delle attuali lunghe liste di attesa.
La Regione Veneto, sollecitata in tal senso, anche da UGL Pensionati del Veneto, al Tavolo Regionale per l’invecchiamento attivo, di cui fa parte, ha già stanziato più di un milione di euro per iniziative per l’invecchiamento attivo, cifra che non basta, ma che, rispetto ad altre Regioni, dando un significativo segnale, si pone come battistrada per incentivare le politiche sociali verso la terza e quarta età.
Naturalmente su tale tema è fondamentale quanto riuscirà a porre in essere il Governo Nazionale, con la prossima finanziaria, adeguando, ad esempio, gli importi delle pensioni minime ( 600 E.) parametrandoli ad altri Paesi Europei, circa 750 euro come, ad esempio, in Francia ed Austria
Certo le risorse a disposizione del Governo, sono limitate, ma, per questo, a maggior ragione, bisognerà agire scegliendo le priorità, eliminando tutti i bunus a pioggia, ( come sembrerebbe intenzionato a fare il Governo Meloni ), che rinviano i problemi, non risolvendoli in modo strutturale, e, aumentando inutilmente le relative voci spesa, che, oggi, va dispersa in mille rivoli.
Un Paese civile e moderno deve invece razionalizzare la spesa, privilegiando interventi di lunga durata e risolutivi, attingendo, per le risorse, oltre a quelle usuali di tasse e imposte, in via straordinaria, anche agli extraprofitti, che inopinatamente, i grandi gruppi Bancari, Assicurativi, dell’Energia e della Industria Farmaceutica, e dei network digitali, hanno realizzato negli anni della Pandemia, e che oggi, contribuendo al benessere generale, potrebbero restituire al proprio Paese.
10 Settembre 2024
Coord.re Reg.le Ugl Pensionati del Veneto
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