Andriolo e la sua Poesia dell'anima.
- sebastianoarcoraci
- Aug 9
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Leggendo il libretto di poesie di Attilio Andriolo, resti avviluppato dentro una cornice, di forti emozioni, da cui è difficile estraniare, il pensiero, anche per un solo attimo.
Ti assale infatti la voglia ascoltare, non solo leggere, quel che vive " il Poeta" , nell'attimo stesso in cui ha vergato quelle righe su carta.
Idee, pensieri, sentimenti, che nascono dal suo cuore, ma arrivano fino al nostro, insinuandosi, fin dentro le sue vene, fin dentro i suoi delicati meccanismi vitali, che lo fanno battere, incessantemente, creandoci sensazioni che non credevi di poter più vivere.
Leggendo, ad esempio, la sua " non l'amerò", ti accorgi della incredibile forza, a volte anti- conformista, di voler, ad ogni costo, esprimere la voglia di amare, nonostante, tutto indichi, una direzione contraria:
" non l'amerò se è questo che volete, ma lasciate che i miei baci la raggiungano", parole che sfiorano l'altissima e nobile anima umana".
Così, accade in un altra sua elegia, " cantu d'amuri pa' propria terra", definita a la regina del Mediterraneo, una sorta di tammuriata alla vivida evoluzione dell'Isola: ""Proserpina fu u so nomi , poi nasceru Sicani e Siculi , e Finici, Greci e Romani, e tutti ci lassaru, tanti beddi vestigia"
Una storia, quella Siciliana, intrisa di bellezza, arte e cultura inestimabile, "seppure sfregiata, martoriata e rapinata, dai Francisi e dai Spagnoli, senza riuscire, però a spogliarla di so biddizzi", come racconta, ancora, il Poeta.
E ancora canta la sua Patria, come " in vanto della mia terra", ove nutre la speranza che "i suoi fiori, non siano mai celati tra le ombre funeste di mafia e povertà".
Versi profondi, intrisi di dolore e rabbia, ma che Attilio Andriolo, riesce a trasformare in cantici alla bellezza, amore, e, inni alla vita, lasciando al lettore il compito di agire, di difendere la propria Isola, e, il mistero e fascino che da sempre emana dalle sue viscere.
Vere e proprie liriche, quelle di Andriolo, che scuotono l'anima, facendoci, ancora immaginare, che può esistere un mondo migliore.
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