Diventare immortali si può?
- sebastianoarcoraci
- Oct 10
- 3 min read
Updated: Oct 11
Di recente un argomento che tiene banco fra gli addetti ai lavori, ma non solo, è quello di poter diventare immortali grazie alla ricerca scientifica.
Il tema è quello della ricerca di immortalità per l'uomo.
Ricerche approfondite, da tempo, si stanno concentrando sulla capacità delle cellule di riprodursi all'infinito, garantendo agli uomini di vivere 150 anni, e, forse oltre.
La notizia di questi giorni, abbastanza sconvolgente, è che Putin, abbia investito un Miliardo di euro, cioè 1.000. milioni, per finanziare tale ricerca.
Putin è molto sul pezzo, tanto che, a far dirigere la stessa ricerca ha messo l'endocrinologa Maria Vorontsova, (secondo alcune voci sarebbe la figlia di Putin), cofondatrice del colosso farmaceutico Nomeko.
Il progetto, che si chiama "regolazione dei processi di rinnovamento delle cellule del corpo", mira a ringiovanire le cellule umane, attraverso il programma di sviluppo della genetica in Russia.
Lo sviluppo della biotecnologia, d'altronde, sta facendo passi da gigante.
Personalmente ritengo si pongano, su tale questione, due ordini di problemi :
quello etico-morale e quello religioso.
Da un lato vi è un problema relativo al delirio di onnipotenza dell'uomo che ritiene di poter sconfiggere la morte, considerata da sempre un evento naturale, ritenendola invece come una "malattia da debellare", come indicato da Aubrey De Grey, noto biogerontologo Inglese, dall'altro quello religioso, che considera l'uomo che intenda diventare immortale, una offesa al disegno creativo originario della specie umana.
Non trascurabile inoltre è l'aspetto relativo alla giustizia ed equità sociale, in quanto tali cure, costosissime, ove esistessero, sarebbero a portata di mano, solo di pochi eletti, cioè per i ricchi che potrebbero permettersele.
Insomma pretendere la cosiddetta longevità, ( long-life), potrebbe scontrarsi con tali ordini di problemi.
D'altronde il futuro è già fra noi, con l'uomo robotico e l'intelligenza artificiale, che ormai sta sostituendo il fattore umano in molti campi, sia industriali che nella vita quotidiana di ognuno di noi.
A tal proposito, però, non è da sottovalutare il pensiero del Vaticano, e dei Vescovi, che su tale tema sono ovviamente contrari.
Già nel 2020, ad esempio, sull'intelligenza artificiale ( i.a.), ammoniscono di fare in modo, che questa, sia sempre al servizio dell'uomo, e non viceversa, sostenendo un principio etico, di preservazione innanzitutto dell'essere umano, e della sua supremazia, sulla robotica e sui suoi sviluppi, evitando le ricadute negative nella Società.
Introdurre infatti, l'i.a., anche in settori come l'arte, la scrittura, l'apprendimento, la musica, coinvolge aspetti giuridici, relativi alla tutela del diritto d'autore e del contributo creativo dell'uomo, che rischia di assumere un "pensiero omologabile", appiattendosi su una logica dettata solo da algoritmi, anziché da originalità e individualità.
Ecco perché, in definitiva, io credo, che a tali ricerche medico-scientifiche, debbono essere posti dei limiti, considerandoli, solo validi ausili, per il costante miglioramento della qualità della vita, e non per raggiungere l'immortalità.
Auspicabile, Infatti, sarebbe non vivere a lungo, come in Giappone e in Italia ( media 84 anni), ma rendere la vita, non solo lunga, ma di maggior qualità.
E se, come ci dice l'Istat, oggi, in realtà, già a 60 anni, la nostra salute diminuisce progressivamente, allora ben vengano tutte le ricerche perché si viva non solo a lungo ma anche in buona salute.
Discorso diverso è invece, ritenere di superare ogni limite di accettazione, sia morale che religioso, tentando di giungere all'immortalità dell'uomo, poiché questo, a mio parere, non sarebbe davvero una vittoria sulla morte, ma un tentativo di divenire onnipotenti, creando, forse, una categoria umana superiore, fatta solo da pochi individui, con tutti i pericoli che da questo potrebbero derivarne, come la storia ci insegna.





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