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Nuovo rapporto SVIMEZ : al Sud si muore prima

Ieri Svimez ( Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno), in collaborazione con Save The Children , ha presentato il report 2024 sul divario

Nord- Sud in tema di salute.

Ebbene, il dato più eclatante che emerge è quello relativo alla aspettativa di vita che al Sud è inferiore di un anno e mezzo rispetto al Nord.

Eppure spesso la qualità della vita é migliore al Sud rispetto al Nord:

cibo, mare, minore livello di stress, minore inquinamento dell'aria, maggiore socializzazione, maggior tempo libero, etc.. .

La risposta Svimez è che ciò è dovuto a prestazioni minori ed insufficienti offerte dal Sud rispetto al Nord, (vero punto dolens) .

Infatti mentre al Nord la media per spesa sanitaria pro capite è superiore a 2.140 E

( media Na.le) pro capite, , in Calabria è pari a 1.748., in Campania 1814. , in Puglia 1.978. , ( meglio in Sicilia 2061).

Un quadro da cui emerge chiaramente che i LEA ( livelli essenziali assistenziali), non sono assicurati pienamente.

Questi dati ci dicono anche che ogni anno, proprio per i motivi su esposti, il 44% dei cittadini del Sud si recano in strutture Ospedaliere del Nord per farsi curare adeguatamente, incrementando il triste fenomeno del turismo della speranza.

Dal report emerge anche che oggi in Italia vi sono almeno un milione e seicentomila (1.600.000=) "poveri sanitari ", di cui 700 mila sono proprio al Sud.

Infine che la mortalità per cancro è al Sud del 9,1% mentre al Nord del 7,2%., forse a causa della presenza nei loro territori delle "cattedrali nel deserto", altamente inquinanti.

Un quadro allarmante dunque del quale la classe politica e dirigenziale del Sud dovrebbe finalmente prendere atto e conseguentemente agire per evitare queste odiose differenze, che, obiettivamente, continuano a divedere l'Italia in 2 .

Su questo, come su altri temi, quali l'economia, l'Istruzione, l'ambiente, si inserirà, nei prossimi mesi, la questione dell'Autonomia differenziata .

Tema su cui già si dividono i fautori della Riforma che ne esaltano i punti più qualificanti, come il maggior potere decisionale dei territori a scapito dei poteri dello Stato Centrale, almeno in 14 materie di recente individuate, ( Salute, Istruzione, Beni Culturali, Tutela e sicurezza del lavoro, Salute Porti e Aeroporti, Energia, Navigazione etc..., sulle quali prima però andranno individuati i LEP, mentre per altre 14 si potrà procedere subito al trasferimento alle Regioni ( Commercio, Protezione Civile, Tributi, Casse di Risparmio, Previdenza complementare, Casse Rurali, etc...), mentre gli oppositori, ne lamentano il potenziale peggioramento delle Regioni del Sud, paventando una forte diminuizione di risorse Statali ed un generale impoverimento del livello delle prestazioni minime nei settori più nevralgici.

Personalmente ritengo che la Legge appena passata al Senato vada certamente migliorata, individuando innanzitutto i LEP e soprattutto prevedendo, come in Germania, un " Fondo di Compensazione e Perequazione", per le Regioni che al momento sono particolarmente in difficoltà, non tutte necessariamente del Sud.

Continuare a seguire il Modella Statalista, dimostratosi in tutti questi anni perdente e fonte di sprechi, inefficienze e corruttele, sarebbe fatale, proprio per il Sud, che così continuerebbe a dipendere dal Nord .

Io credo invece che il Sud debba affrontare questa sfida con orgoglio e maggiore impegno, forte delle risorse naturali e morali di cui dispone ampiamente.

D'altronde, per restare al Settore Sanitario, esistono già al SUD esempi virtuosi e Centri di Eccellenza, anche in materia oncologica, specie in Sicilia, con alcuni IRCCS

( Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), che nulla hanno da invidiare a quelli oggi presenti al Nord.

Così come nel turismo, nei beni culturali, nel diportismo, nell'economia sociale, nella cooperazione, nell'Agro - Alimentare, nell'industria ittica e marittima, nel Commercio e nell'Artigianato di lusso, nella green economy, nelle nuove fonti energetiche, il Sud ha tutte le potenzialità e le risorse per finalmente affrancarsi dal Nord, dimostrandone semmai una maggior capacità creativa e di auto-impresa.

Ecco perché ai sostenitori da sempre delle politiche assistenzialiste e parassitarie, che hanno contribuito in tutti questi decenni, a mantenere il Sud in stato di soggezione e subalterno al Nord, occorre rispondere con nuovo entusiasmo, cogliendo le positività che l'annunciata Riforma contiene, superando ogni paura, cambiando paradigma sociale, economico e soprattutto politico, accettando le nuove sfide che la Società odierna ci pone, certi che questa volta il SUD e i suoi cittadini sapranno essere protagonisti del loro destino.

Sebastiano Arcoraci

8 Febbraio 2024









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