No a nuove Equitalia. Stop Comuni sotto i 10 mila abitanti!
- sebastianoarcoraci
- Jul 10
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Updated: Jul 11
In questi giorni, il Ministro Giorgetti ha presentato, in Consiglio dei Ministri, una proposta che affiderebbe ad un nuovo Ente, a partecipazione privata e pubblica, la riscossione delle tasse locali, in collaborazione di Sogei e PagoPa, avvalendosi della banca dati dell'Agenzia delle Entrate.
Tale proposta è motivata dalla carente gestione finanziaria e tributaria dei Comuni, evidenziando lo stretto legame esistente fra incapacità di riscossione dei tributi e dissesto di molti Enti Locali.
Infatti, oggi, 105 Comuni sono in dissesto, 206 in pre - dissesto e 123 in gravi difficoltà finanziarie.
Sulla base del fatto che i Comuni Italiani, complessivamente, vantano crediti per 26 miliardi, 6 di questi, di fatto inesigibili e non riscossi, il Ministro tenta, dunque, con questa proposta, una operazione ammantata da una idea di Federalismo Fiscale.
In realtà tale proposta nasce dopo che il D. Lgs del 29 Luglio 2024, aveva previsto una proroga, di 2 anni, per crediti, accertati nel 2019, e non riscossi entro 5 anni, dalla data di accertamento, affidandone la riscossione stessa all'Agenzia delle Entrate.
Infatti in questi mesi stanno pervenendo ai cittadini, una serie di cartelle esattoriali, per Tari, multe automobilistiche, IMU, ed altre tasse, riferite a tali periodi, spesso, però, veri e propri doppioni, di cartelle esattoriali già saldate dai cittadini.
Probabilmente, è, dall'insuccesso di questo provvedimento, e, dagli esiti scarsi ottenuti, che il Ministro oggi propone tale iniziativa, che fa a pugni, con l'idea stessa su cui si fonda l'esistenza del suo stesso Partito, la Lega.
Premesso che sono contrario al ritorno di una sorta di Equitalia 2, l'Agenzia che fino, a qualche anno fa, riscuoteva le tasse per conto dei Comuni, ora sciolta, ed esistente solo in Sicilia, seppure nelle diverse vesti societarie di Riscossione Sicilia SPA,
ritengo, che, il problema segnalato, non può essere affrontato con la creazione di un ennesimo " carrozzone", con tanto di Consigli di Amministrazione, direttore e personale addetto.
Non solo, l'esperienza del passato di Equitalia, che dopo molte battaglie delle Associazioni di Consumatori, ivi compresa, quella a cui, personalmente, 10 anni fa, io stesso ho contribuito, era stata finalmente sciolta, ci insegna, che così facendo, si aumentano vertiginosamente i costi per il contribuente, dovuti per interessi moratori altissimi, ( come accadeva per Equitalia), e, per i costi di gestione dell'Ente a cui verrebbe affidato tale servizio.
Altro che fisco amico!
Se davvero si vuole contribuire a risolvere il problema della insufficiente capacità finanziaria dei Comuni, va attuato, a mio avviso, un altro tipo di Federalismo.
Occorre, avere coraggio, invitando i piccoli Comuni ad unirsi.
Già Craxi, negli anni '80 aveva immaginato una Riforma in tal senso, sollecitando una sorta di Federalismo Comunale, con l'eliminazione della polverizzazione dei Comuni, e la promozione di Autonomie Territoriali che avessero almeno 10 mila abitanti.
La proposta oggi ha maggior senso, se si pensa che i Comuni in Italia, sono in tutto 7.896, e che quelli piccoli, sotto i 5000 abitanti, così come definiti dall'ANCI, non ce la fanno più, senza il vecchio contributo dello Stato, a gestire i propri servizi, oltre che riscuotere le tasse, sia per il numero insufficiente dei propri abitanti, che per carenza di dipendenti.
E' del tutto evidente, infatti che, a fronte, degli aumentati bisogni dei cittadini, ( asili nido - scuole, sicurezza - viabilità, oneri di urbanizzazione, etc, il contributo richiesto ai pochi cittadini residenti, non consente più una vera autonomia di gestione a livello Comunale.
Si pensi che oggi, i Comuni, sotto i 5.ooo abitanti sono 5.530, ( 16,4% della popolazione Italiana), e, che sotto i 1000 abitanti risultano il 33,6% del totale dei Comuni, diffusi soprattutto in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Liguria, con una diminuzione ulteriore dei loro abitanti, negli ultimi anni, pari al 4%.
Addirittura vi sono 132 Comuni sotto la soglia minima, di 500 abitanti, con esempi eclatanti, come Val Taleggio, in Lombardia, con soli 31 abitanti, o, Rocca de' Giorgi, in Provincia di Pavia, con 46 abitanti, e Roccafiorita, in Sicilia, con 173 abitanti.
Una situazione dunque, al limite della propria stessa esistenza.
Ecco perché, oggi, più che creare una nuova Equitalia, occorre spingere perché il Parlamento adotti una nuova Riforma delle Autonomie Locali, affidando alle Regioni, competenti in materia, l'adozioni di misure Legislative, che prevedano la progressiva Unione dei piccoli Comuni, con una consistenza demografica di almeno 10 mila abitanti, tale da consentirgli una adeguata autonomia finanziaria e di gestione del proprio territorio, attraverso forti incentivi economici e fiscali per giungere a tale benefica soluzione.
Già il Veneto, ad esempio, con L. n. 24 del Giugno 2020, ha legiferato in tal senso, ma, finora con scarsi risultati.
Per questo, si rende necessario, anche, modificare la definizione di Comune, attribuendo tale identità solo ai Comuni con un numero sufficiente per rendersi autonomo ( 10.000 ab.), lasciando per gli altri la denominazione di "borgo" o "paese".
Occorre una visione di più ampio respiro dunque, e non misure dettate dall'improvvisazione e, dalla sola necessità di "far cassa" sui contribuenti, senza risolvere il problema alla radice.
Il vero Federalismo si costruisce dando nuovi poteri e dignità Istituzionale alle Autonomie Locali, non gravandoli di ulteriori compiti impopolari e vessatori verso i loro cittadini.
Luglio 2025
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