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Bene misure per il Lavoro, ma No ai Bonus.

Che il Governo, in occasione del Primo Maggio, festa dei lavoratori, abbia adottato il cosiddetto "pacchetto lavoro", con delle importanti misure a sostegno delle Imprese e del mondo lavorativo, per circa 5 Miliardi, è cosa buona e giusta.

D'altronde il monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla vigilia delle celebrazioni dedicate al Primo Maggio : " il lavoro non sia merce ", e sugli "squilibri occupazionali fra Sud e Nord", oltre che sui temi della "sicurezza sul lavoro", non poteva passare inosservato, da parte della Premier Giorgia Meloni, che sul tema continua a esaltare i provvedimenti del suo Governo per l'occupazione.

Occupazione che nell'ultimo anno ha avuto un incremento di mezzo milioni di lavoratori, con contratti prevalentemente a tempo indeterminato.

Indubbiamente, sia su questo versante, che sul cuneo contributivo, finalmente meno oneroso per Imprese e Lavoratori, l'attuale maggioranza di Governo, sta ottenendo buoni risultati.

Infatti le misure a favore degli under 35 per incentivare lo sviluppo di auto-impresa, nei settori della transizione al digitale e lo sviluppo di nuove tecnologie, oltre che per quelle realizzate anche da medie e grandi aziende su tutto il territorio Nazionale, l'istituzione del fondo perequativo infrastrutturale, di 50 milioni, ( per il 2024 ), per diminuire il Gap fra Mezzogiorno e Regioni del Nord, il rinnovo degli incarichi, fino al 15 Giugno, per 6.000 collaboratori scolastici, relativi alla cosiddetta Agenda Sud, per altri 18,5 Milioni di Euro, gli incentivi per l'assunzione di donne, l'istituzione della Zona Economica speciale unica per il Sud, ( ZES), vanno nella direzione giusta, per quanto riguarda lo sviluppo dell'occupazione e delle Imprese.

Così come l'Inflazione, che rallenta nel mese di Aprile fino a giungere allo 0,9% ( 1,2 % a Marzo), e la crescita del PIL allo 0,7% , ( più di altri Paesi Europei), fa ben sperare per il prossimo futuro.

Tutto bene allora?

No, perché, ad esempio, il bonus da 70 euro netti, da erogare a Gennaio del 2025, previsto nel succitato "pacchetto lavoro", non solo risulterà inefficace, ma rivela, a mio parere, una pratica negativa, usata a dire il vero da altri precedenti Governi, in particolare dal Governo, a guida pentastellata, di Conte, che elude, ancora una volta, politiche strutturali e riformatrici, per quanto riguarda il tema dei salari.

Salari fra i più bassi d'Europa, che abbisognano appunto di misure permanenti di adeguamento degli stipendi dei lavoratori, fermi ormai da troppo tempo, mentre l'arricchimento dei grandi gruppi industriali è sotto gli occhi di tutti.

Meglio avrebbe fatto il Governo attuale, a riversare le risorse del Bonus, a favore dei Consumatori, tornando a diminuire l'IVA sui consumi energetici dal 20 al 10 se non al 4%, come fece in tempi Covid e post Covid.

Si mettono, infatti, soldi in tasca ai cittadini, anche così, preservandoli dagli ingenti rincari cui stanno andando incontro i Consumatori, e, che a partire da Luglio si troveranno di fronte alla liberalizzazione del mercato libero sia per la luce, che per il gas, con eventuali ulteriori rincari delle tariffe.

Su questo, auspicherei, nei prossimi mesi, che il Governo, si faccia promotore, di un confronto fra le parti sociali ,che da un lato porti al rinnovo, per circa 5 milioni di lavoratori, che attendono i nuovi contratti di lavoro, e dall'altro, ad un serio ripensamento sulle attuali dinamiche e relazioni d'Impresa, prefigurando, in tempi brevi, l'attuazione dell'Art. 46 della Costituzione, che preveda, fra l'altro, la co-decisione dei lavoratori nei destini dell'Impresa, oltre la distribuzione degli utili d'Impresa, ai Lavoratori, nella misura almeno del 10% dell'utile, come da tempo chiedono alcuni fra i sindacati più rappresentativi dei lavoratori ( CISL e UGL).

Inoltre vanno, a mio parere, implementate le politiche di Welfare Aziendale, uno dei modi validi, per mettere surrettiziamente, più soldi nelle buste paga dei lavoratori.

Vedremo dunque, nei prossimi mesi, dopo le Europee, se ciò avverrà, nel frattempo occorre fare, da parte di tutti, un salto culturale su tali temi, procedendo nella direzione, di una rivalutazione del fattore lavoro, anziché del solo fattore "finanziario", riconsegnando ai lavoratori un ruolo di protagonista nell'ambito dello sviluppo sociale, economico e politico, del Sistema Italiano ed Europeo.

sebastiano arcoraci - commentatore- opinionista

Maggio 2024








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