Italia a due velocità?
- sebastianoarcoraci
- 2 days ago
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Ieri il Ministro Calderoli ha firmato, in stile pomposo e a vantaggio di telecamere, le pre- intese con Lombardia e Veneto sull'Autonomia differenziata.
Questa non è solo una notizia dal sapore scandalosamente elettorale, visto che in Veneto si vota Domenica per il nuovo Governatore e il rinnovo del Consiglio Regionale, è anche la prova provata che la marcia verso un Regionalismo diversificato, è ormai inarrestabile e rischia di andare verso la solita direzione, quella del Nord.
In realtà tre materie su quattro, da cui si partirà con tali Intese, non produrranno chissà quale rivoluzione visto che sia la Sanità, Protezione Civile e le Professioni sono già, in sostanza, materie da sempre di interesse e competenza Regionale.
Infatti da sempre la Sanità, anche secondo la storica riforma di cui alla Legge n. 833 del 1978, è materia di competenza Regionale.
Così come per la Protezione Civile è ormai prassi consolidata, che ad esempio, le Ordinanze per lo stato di emergenza Nazionale, prevista dalle Pre- Intese, siano emanate dai Governatori Regionali, com'è naturale che sia, vista la loro conoscenza del territorio.
E così accade anche per le professioni, visto che da anni, la loro definizione e classificazione, avviene attraverso gli Accordi Stato- Regione, così come quelle per il riconoscimento dei titoli di studio ( Diploma - Attestato di Formazione Professionale).
Semmai l'unica novità è quella della previdenza complementare e integrativa su cui esiste, al momento, solo il titolo, mancando ogni norma di dettaglio che fissi le facoltà e i poteri che saranno riservati alla Regione, come ad esempio quello di anticipare il pensionamento per i lavoratori della Regione, che abbiano avuto un percorso esclusivamente contributivo, che però avrà necessità di essere inserita in un quadro Legislativo Nazionale.
Dunque cui prodest tale iniziativa?
La risposta è che questo avvenimento intende segnare, anche dal punto di vista simbolico, un passo decisivo, verso quello che si preannuncia plasticamente come una Italia divisa in 2.
Dunque, seppure le intese definitive devono ancora arrivare e se il Patto di ieri prevede solo 4 materie, anziché 10 come chiesto, in particolare, dal Veneto, che chiede anche quelle sui :
rapporti Internazionali con U.E.
Commercio con l'Estero
Sistema Tributario
Casse di Risparmio e rurali a carattere Regionale
Organizzazione Giudici di Pace
Enti per il Credito Fondiario e Agrario Regionale, il disegno è chiaro, ed è quello di far rimanere indietro il Sud e lanciare, solo sulla direttrice Nord, il futuro treno della crescita del Paese.
Ecco perché, a mio avviso, è auspicabile, che il Sud, a partire dalle due Isole, Sicilia e Sardegna, (Regioni a Statuto Speciale), anziché trovarsi, nei prossimi mesi a rincorrere il Nord, se non a subire tali Intese, chieda autonomamente, su propria iniziativa, sin da subito, la firma di tali intese, per attuare il principio Federalista, già annunciato nella nostra Costituzione, con l'avvento delle Regioni, e insito negli stessi Statuti Regionali.
Attardarsi su dispute di natura Partitica e dividersi, fra tifoserie dell'uno e dell'altro schieramento, su tale nevralgica questione, potrebbe essere mortale per il destino dell'intero Mezzogiorno.
Mezzogiorno, che dagli ultimi dati Istat e Svimez, ha registrato, peraltro, nel biennio 2023- 2024 , una crescita del PIl doppia ( 1,2%) rispetto alla media Nazionale ( 0,5).
Occorre sventare dunque il disegno che intende privilegiare le Regioni del Nord a discapito di quelle Meridionali, forti anche dei forti segnali di sviluppo che le popolazioni del Mezzogiorno hanno saputo realizzare, pur a fronte di una economia Mondiale ed Europea ( vedi Usa, Germania e Francia), in grave recessione.
Segnali di ripresa che vanno consolidati, anche attraverso una decisa azione Politica delle Regioni del Sud, che rimetta al centro la " Questione Meridionale", evitando la continua e massiccia migrazione dei propri talenti giovanili, per lo più Laureati, verso l'Estero o le Regioni del Nord.
Occorre invece rilanciare la proposta Federalista, ampliando semmai le materie di propria competenza, come quella sui Porti, Aeroporti, Infrastrutture, Energia e tutela dell'Ambiente.
Un Federalismo compiuto dunque, che passa anche, ad esempio, per la Sicilia, dalla richiesta di gestire lo sviluppo futuro del Ponte di Messina, opera di grande valore strategico ed economico, che da solo potrebbe generare un contributo al PIL Nazionale di 23 Miliardi di Euro e la creazione di almeno 20 mila posti di lavoro.
Attenzione dunque a non cadere nella trappola "Calderoliana", che sull'onda propagandista, tenterà di isolare ancora una volta il Mezzogiorno, colpevolmente inconsapevole del fatto, che l'Italia cresce solo se cresce insieme, e se la porta verso il Mediterraneo, quale il Mezzogiorno è, diventi la vera chiave di sviluppo dell'intero nostro Paese.





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