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Sanità Pubblica resti modello virtuoso Italiano

Sanità pubblica resti il fiore all'occhiello dell'identità Italiana

 

La Sanità è un tema che interessa tutti noi, sin dalla nascita.

La nostra Costituzione l'ha inserita nella prima parte, fra i principi fondamentali, all'Art. 32 , parlando di “diritto alla salute per tutti”.

D'altronde se si è personalmente in salute, il beneficio ricade anche sull'intera collettività che ne acquisisce di riflesso, i risultati positivi che il singolo individuo porta alla Comunità intera, anche attraverso un modello virtuoso nello stile di vita da seguire.

Ecco perché il principio Universalistico adottato dal nostro Paese, si è rivelato vincente, ed ha garantito, fra l'altro, agli Italiani, il primato Mondiale, dopo il Giappone, per la longevità Molti studiosi, peraltro, da tempo, considerano fondamentale investire risorse, pubbliche e private, ( case farmaceutiche- Fondazioni, etc..). nella Prevenzione, inserita in un Sistema Sanitario Nazionale, composto dalla medicina generale di base, da quella di prossimità ( Distretti – Ospedali di Comunità), dagli ospedali, cliniche private e  dalla medicina specialistica.

Tutto ciò, per molto tempo è stato possibile, nonostante la Società evolvesse,  e le abitudini di vita mutassero, così' come le necessità  primarie e quelle di salute.

Inutile negare infatti che se si muore meno per rosolia, morbillo, lebbra, gotta, polmonite e scarlattina, anche grazie ai progressi fatti nel frattempo dal mondo scientifico, e grazie anche ai vaccini che tengono lontane le infezioni ed i virus, purtroppo, nel frattempo, ne sono apparse altre, micidiali anch'esse, che si manifestano in particolare sotto forma di tumori.

Molti di questi sono aggredibili, se curati in tempo, molti ancora sono invece ancora incurabili.

Inutile sottolineare in ogni caso come la scienza in campo medico abbia fatto passi da giganti, e che  l'Italia ha punte di eccellenze, specie in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, ma anche in Lazio e Sicilia, per quanto riguarda la cura dei tumori.

Occorre però, a mio avviso, non abbandonare il campo della medicina di base, della medicina di prevenzione, ( ad es. anticipando l'età cui sottoporsi agli  screening tumorali ) e di quella di prossimità, le uniche in grado di assicurare, all'intera popolazione, quella continuità assistenziale che appunto preserva dalle malattie più diffuse e da quelle epidemiologiche, che son tornate prepotentemente alla ribalta ( Covid, etc.. ).

D'altronde, come si diceva, i nuovi stili di vita, specie fra i giovanissimi ed i giovani, ma anche fra gli adulti/anziani, son cambiati, e con loro alcune patologie, come il diabete, obesità, ictus, arteriosclerosi, alzheimer , etcc.

Il nostro Sistema Sanitario peraltro, dopo la Riforma, ( L. n 833/78) attribuisce alle  Regioni, (a tutte)  in tale un compito fondamentale, mediante l'applicazione concreta delle misure normative quadro Statali, come la recente Legge n.33 del 2023 e del successivo decreto attuativo.

Proprio per questo, però, alle Regioni ( tutte ) vanno fornite le giuste risorse per assicurare, alla propria comunità, i servizi sanitari e socio-assistenziali, previsti dalle Leggi Statali.

Al momento però preoccupa sia la insufficiente dotazione di fondi alle Regioni per la Sanità, ma anche che l'ultimo Documento di Economia e Finanza dello Stato abbia fissato l'asticella al 6,3% del PIL per la spesa sanitaria, mentre la media Europea è dell'8% e quella della Francia al 9% mentre la  Germania è all'11%.

A ciò si aggiunga il problema degli organici del personale.

Preoccupa infatti anche la mancanza di personale, medici ed infermieri innanzitutto.

Si stima che, a brevissimo, mancheranno 3.000. medici di famiglia, 10.000 infermieri  e 30.000 medici ospedalieri.

Cifre enormi, che potranno mettere, a breve, a repentaglio il normale funzionamento del sistema Sanitario.

Eppure basterebbe, da un lato pagare meglio i nostri medici, e infermieri, anche per scongiurare la fuga verso il Sistema Privato Sanitario, e dall'altro superare il numero chiuso a Medicina con il numero programmato, ma soprattutto aumentando i posti disponibili per le specialità, oggi in misura assai modesta.

Oltre che per necessità impellente tale ultima misura colmerebbe il fatto che in altri Paesi Europei, anche a noi  vicini, non vi è il numero chiuso ( Albania, Spagna, Slovacchia, Rep. Ceca).

Ne si può pensare di risolvere il problema, eludendo peraltro le Direttive Europee, chiamando in Italia medici di Cuba, Brasile e Russia, tanto meno avvalendosi dei cosiddetti medici a gettone, per incentivarne le loro motivazioni, (anche se alcune Regioni stanno già mettendo un tetto, come in  Veneto).

Come si vede la partita della Sanità è certamente difficile ma non invincibile, solo che vi sia la volontà politica di tutto il Parlamento.

Una partita che sarà ancor più dura alla fine dei fondi del PNRR, poiché andranno trovate altre risorse per il Sistema Italia.

Si stima infatti che entro il 2026 andranno reperiti almeno 7 miliardi per far fronte ai bisogni del Paese.

Per questo, infine, ritengo, sia tempo di porre uno stop allo stucchevole dubbio, peraltro solo Italiano, ( gli altri Paesi UE hanno tutti aderito), circa l'utilizzo dei Fondi previsti dal MES ( meccanismo europeo di stabilità) , che funge da fondo di salvataggio intergovernativo, approvandolo espressamente.

Rappresenterebbe infatti una boccata d'ossigeno, che in momenti così incerti, per l'economia del nostro Paese, potrebbe ridare fiato e speranze alla preservazione e miglioramento del nostro Sistema Sanitario Nazionale, oggi in deficit, soprattutto in termini di medicina preventiva, l'unica che potrà salvare migliaia di vite, e che in questo momento è penalizzata proprio per la mancanza di adeguate risorse.

 

Sebastiano Arcoraci – 23 Aprile 2024 - 30 Aprile -



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