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Anziani? considerati merce avariata!

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Jun 16
  • 3 min read

Updated: Jun 17

Il mondo degli anziani, secondo alcune ricerche di settore, come "abitare anziani", e, dai recenti report del Censis, rappresenta oggi un elemento fondamentale della società civile, e, sempre più, in futuro, lo rappresenterà, visto che nel 2050 ( dati ANSA), secondo, quanto riferito, anche, dal Ministro della Sanità Schillaci, gli over 65, rappresenteranno, il 35% della nostra popolazione.

Dunque un elemento che andrebbe studiato, e, nel contempo valorizzato.

Cosa succede invece ?

Succede che questa classe di età è posta ai margini della società, considerata spesso, "merce avariata", o di interesse solo consumeristico, verso cui, lo Stato, riversa poca attenzione, e, gli stessi Governi, finora succedutesi, nessun intervento specifico hanno predisposto, con l'eccezione del primo Governo Berlusconi, ( 1994- 1995), che, quantomeno, per aumentare il loro potere d'acquisto, intervenne sull' adeguamento degli importi pensionistici minimi, introducendo anche, la quattordicesima (per alcune loro categorie).

Il punto però, che intendo affrontare, non è solo quello economico.

Il punto è, che, sempre più, molti anziani, vengono lasciati soli, anche dai loro familiari, ponendoli ai margini delle dinamiche sociali attuali,

E', infatti, ormai acclarato, che il 40% degli over 75, ad esempio, vive da solo.

Inoltre, l'8% degli anziani, non ha, neppure contatti settimanali coi figli.

Una età definita "Age friendless", spesso, anche senza il sostegno e la vicinanza, neppure morale, dei figli e parenti.

Le motivazioni ?

Sono tante, fra queste, quella della loro lontananza per motivi di lavoro, o di studio, a volte, anche, in Paesi stranieri.

Purtuttavia, questo non dovrebbe concretizzarsi, in una lontananza, di natura morale e affettiva.

Invece, avviene, che queste persone, siano spesso abbandonate a se stesse.

Finito il tempo delle famiglie multi generazionali, in cui si abitava tutti insieme, dai nonni, agli zii, ai nipoti, specie nelle Regioni del Sud, in Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, ma anche al Nord, ad esempio in Veneto, nei Casoni, o nelle case rurali, oggi, a causa della diverse esigenze di vita, e del tipo di abitazioni, sempre più in grossi Condomini delle grandi Città, e, in piccoli appartamenti, tale tipo di famiglia intergenerazionale non esiste più.

Tale fenomeno, anche dovuto alla emigrazione delle persone, dai centri rurali, verso i maggiori centri produttivi, e, spesso, alla disgregazione della famiglia tradizionale, viste l'enorme percentuale di separazioni e divori ( 40%), ha provocato ciò a cui oggi assistiamo, cioè a molti abbandoni delle persone anziane.

Fenomeno che provoca, in queste persone, depressione, sviluppo di malattie degenerative, senso di solitudine ed esclusione dal contesto sociale.

Eppure queste persone, continuano ad essere la linfa vitale per la nostra Società, almeno per tre motivi fondamentali:

  • rappresentano il vero welfare sociale per le famiglia, con accudimento fisico ed educativo verso le nuove generazioni;

  • rappresentano un aiuto al reddito parentale, specie nelle regioni del Sud, ma non solo;

  • rappresentano un ottimo serbatoio elettorale per le forze politiche, essendo, ancora, il nocciolo duro, di chi si reca alle urne ( almeno il 20%)

Tutti elementi che deporrebbero a loro favore, attirando, verso questi, maggiore attenzione e sostegno, sia parentale che del Governo.

Ma così non è!

Tant'è, che, In anni passati, nel 1987, per promuovere tale attenzione, fu fondato addirittura un Partito, quello dei Pensionati, ( oggi sparito dalla scena Politica), che portò alla elezione di un Parlamentare Europeo, ( Carlo Fatuzzo), per due Legislature dal 1999- 2009.

Oggi, io credo, purtuttavia, che la nascita di un ulteriore Partito Politico Corporativo, apparirebbe del tutto pleonastica ( sono già troppi).

Peraltro, ove, non si intervenisse, tempestivamente, su tale questione, credo sia da mettere in conto, una probabile protesta sociale, di questa specifica popolazione, con risultati, facilmente prevedibili, che potrebbe portare, anche, a una certa disaffezione alla vita attiva, oltre, che, a un loro disinteresse, per le dinamiche Politiche del Paese, sentendosene esclusa.

Occorre dunque ripensare i modelli sociali della cosiddetta società civile, riconsegnando loro, il ruolo di protagonisti, ampiamente meritato, anche per il valore aggiunto "esperenziale", che essi, hanno apportato, durante la loro vita, e, rappresentando, ancora oggi, forti valori, sia in termini morali, specie rispetto alle nuove generazioni, che di natura sociale e economica, nei processi di crescita della nostra convivenza civile.

Un tema dunque di grande attualità, che, trascurarlo, da parte delle Forze Politiche, e dal Governo, sarebbe segno di poca lungimiranza , verso chi, spera invece, di tornare al centro del vivere quotidiano, anche in questa, cosiddetta Società Moderna, finora, dimostratasi, però, sorda e insensibile ai suoi bisogni, e, al rispetto del suo ruolo.



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