Aumento salari non sia solo in occasione del Primo Maggio!
- sebastianoarcoraci
- Apr 30
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Ieri, finalmente, anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un monito severo sulla necessità di adeguare i salari dei lavoratori Italiani, a quelli Europei, superiori di almeno il 30%.
E' la situazione che lo richiede.
Più inflazione, carrello della spesa, caro bollette, costo del denaro, mancati rinnovi dei contratti, mancato adeguamento totale delle pensioni, bassi salari, non solo frenano i consumi, ponendo a rischio commercio e industria, ma impediscono, di fatto, la formazione di nuove famiglie e nascita di figli, e una condizione di vita dignitosa dei lavoratori e delle loro famiglie.
E' la costituzione che lo dice all' Art. 36.
E' noto a tutti che i salari Italiani sono fermi al 1990, anzi son diminuiti, in questi 35 anni, del 2,9%.
Ne, evidentemente, è sufficiente, seppur meritevole, aver abbassato gli oneri fiscali, a carico di aziende e lavoratori, di pochi punti.
Neppure i vari bonus famiglia, consumi, etc..., sono un utile e duraturo rimedio alla situazione in cui versa tutto il lavoro in Italia.
Eppure in tutti questi anni l'appello e le lotte sindacali, sono state molteplici, lanciando spesso un grido di allarme sulla situazione negativa attuale.
Per molti anni ha governato la Sinistra, ma questa cosiddetta Sinistra, non ha per nulla adottato provvedimenti che migliorassero la situazione, anzi hanno aumentato l'umiliazione dei lavoratori, preferendo intervenire con politiche assistenziali, specie al Sud, con borse lavoro e sussidi vari, oltre che col Reddito di Cittadinanza, insieme ai suoi alleati grillini, che tanti danni ha fatto al mondo dl lavoro, imprigionando ancor di più il Sud, nella logica dei sussidi a vita, senza promuovere le politiche attive per il lavoro, l'intrapresa, le libere professioni e l'artigianato.
Una politica che rende schiavi i cittadini, e, alla mercé del Politico di turno.
Né può rappresentare una soluzione il salario minimo, che pone al ribasso il livello salariale, rappresentando semmai un ulteriore raggiro dei lavoratori, che si vedrebbero privati della tutela della " contrattazione", l'unica che può migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro.
Bene dunque ha fatto ieri Mattarella, in vista del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, visto il consenso, bipartisan, delle forze Politiche, non depone verso un certo ottimismo.
Aver fatto un appello, proprio in vista del Primo Maggio, seppur meritevolissimo, lascia, purtuttavia, la situazione com'è.
Occorre fissare un timing, sia da parte del Governo, che delle parti datoriali, perché si stabiliscano, sin dal giorno dopo del Primo Maggio, con precisione, date, modi e mezzi economici, per attuare finalmente l'adeguamento dei salari al costo "reale" della vita.
Inoltre, va trasformato, subiti, in Provvedimento Normativo, il Disegno di Legge, oggi in discussione in Parlamento, che prevede l'attuazione dell'Art. 46 della Costituzione, che consente ai lavoratori di partecipare agli "utili d'Azienda", e alla sua gestione e organizzazione , così come si è realizzato, in una Azienda di Rieti, nei giorni scorsi, in un esempio virtuoso, che può fungere, da "modello pilota", per le scelte future delle Aziende Italiane.
Uno strumento, che sommato agli adeguamenti salariali, pone al centro la dignità del lavoro, finora sacrificata al Moloch del Sistema Finanziario, riportando l'Economia verso quel ruolo sociale, per cui, negli anni, ha elargito parole di buon senso, lo stesso Papa Francesco.
E' tempo di agire, "chi ha tempo non aspetti tempo".
Buon Primo Maggio a tutti gli Italiani.
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