Un tempo, a cavallo fra gli anni sessanta e 70 Padova ha assistito ad una forte speculazione su piano edilizio .
In alcuni quartieri, specie quelli a ridosso del centro, ad esempio in Zona Portello , Stanga, etc.. , si costruirono decine di condomini fatti per lo più di Monolocali.
Tali " buchi" furono destinati a migliaia di studenti, specie fuori sede, provenienti dalle più disparate Regioni d' Italia, specie del Sud, che desideravano frequentare la più antica Università, dopo quella Bolognese di Irnerio,
d' Italia.
All' epoca alcuni palazzinari, sfruttando furbescamente il piano Urbanistico Cittadino, costruirono tali " mini alloggi" facendoci molti soldi.
Un fenomeno purtroppo di cui ancora oggi si vedono i risultati di degrado, anomia, forme anonime di archi tettura popolare, dove vivere divento' una sorta di "Comune" in cui la privacy e la bellezza erano stati del tutto assenti, per non parlare di altri più deprecabili fenomeni
( vedi ex Via Anelli, o zona Stazione).
Eppure, per certi versi, allora questi interi quartieri avevano una anima popolare, giovanile, fresca, chiassosa, operosa, che sprigionava, spesso, vitalità ed allegria.
Non solo, alcune persone, anche di estrazione del ceto medio- piccolo borghese, investi' allora i propri risparmi, o la propria liquidazione, nell' acquisto di questi Monolocali, già prima di essere realizzati, sulla carta insomma, poi affittandoli fuori equo canone , e spesso in nero, ricavandoci per anni e anni un bel mucchio di quattrini, fino a rivenderli infine 10 volte in piu di quanto li avessero pagati, arricchendosi.
Oggi , sta accadendo invece , un fenomeno, per certi versi, ancor più preoccupante e degradante.
Accade infatti che Società Private, Gruppi Imprenditoriali e persino
l' Università di Padova ed altri Enti Pubblici come l' Inps, stiano dando vita a una miriade di questo edifici detti
" Studentati", ed ancora, nei prossimi anni, ne sono previsti, e vengono chiesti a gran voce, di recente anche dal Sindaco Giordani.
Segno di una nuova speculazione edilizia a buon mercato? O è una risposta pianificata e dequalificata per soddisfare una domanda di mercato e di massa ?
Ingatti qualche mese fa' uno studio autorevole che stima, per Padova una mancanza del 30% di alloggi da destinare agli studenti, spesso costretti ad andare a vivere nei comuni della Cintura , ove peraltro i prezzi sono molto più bassi, mentre a Padova un posto letto oggi , in quartieri a ridosso delle zone Universitarie, arriva a costare 300 euro ed una singola anche 400 euro.
Io penso che ciò rappresenti purtroppo entrambe le facce : programmazione ottusa e speculazione insieme.
Peraltro alcuni di questi Studentati, nati di recente , uno all' Arcella, uno a Forcellini, ed uno, nuovo nuovo, chiamato Campus, in Via Berchet, sono abbastanza anonimi, senza molti servizi, avulsi dal contesto della Comunità, che dei Campus Americani non hanno proprio nulla, né parchi, né verde, né campi da gioco.
In realtà sono delle piccole cittadelle fortificate, ove tenere i giovani, tutti assemblati e disciplinati , facilmente controllabili ed identificabili.
Una triste realtà a mio modesto parere.
Allora la domanda è : questi giovani fuori sede, ( a Padova se ne stima 50.000), quanto meglio starebbero se vivessero nei quartieri del Centro Cittadino, in mezzo ai Padovani, in mezzo alle famiglie, in case magari ristrutturate, confortevoli, sentendosi cuore pulsante della Città, invece di "foresti", estranei", ospiti provvisori.
Quanto tesoro immenso noi abbiamo perso e perderemo ancora coi condomini di monolocali e ora con gli "Studentati" ?, non riuscendo a farli sentire i veri protagonisti della vita cittadina, che danno gioia, vitalità, soldi, intelligenze, saperi?
Io credo invece che avremmo bisogno di dialogare di più con i nostri giovani, per capire e costruire insieme a loro un habitat più giusto, sano, vivibile, bello, pulito, ospitale.
E insieme costruire politiche culturali, ricreative, di convivenza , non certo regalandogli i " Mercoledi" dello spritz nelle piazze cittadine, ove lo stare insieme con i residenti diventa difficile e fonte di disagio per entrambi.
E' di questi giorni la denuncia da parte di un Comitato di residenti delle Piazze e del Duomo che , stremati, da anni cercano un dialogo con
l' Amministrazione , per migliorare tale situazione ormai ai limiti della normale gestione civile.
E allora , forse è giunto il tempo di cambiare pagina, è tempo di dare risposte ai bisogni di tutti i cittadini , rispettando in eguale modo ogni istanza, ogni richiesta, ogni contributo utile e migliorativa per la nostra Città.
Cominciamo col pensare, ad esempio, di " ricucire" la Città, di risanare le piaghe di interi quartieri, di ri- dare identità ai nostri rioni, borgate , dicendo stop al cemento , stop alla speculazione, aiutando a ammodernare, recuperare, ri- usare le case vecchie, fabbricati, edifici che un tempo hanno visto vivere , bambini, giovani e famiglie e che , volendo potranno sostituire i futuri
" Studentati" con vere e confortevoli abitazioni che davvero siano degne di rappresentarle e non anonimi edifici con lo stile del Sovietico Impero, e soprattutto facendoci sentire tutti Cittadini e non " merce consumistica".
E si si può comprendere i Gruppi Imprenditoriali Privati che lo fanno per un ritorno economico, o l' Università, che, in parte, sente come " mission" quella di poter ospitare giovani studenti, non si comprende perché mai altri Enti Pubblici, coi soldi di tutti i contribuenti, debbano scegliere tale modalità di pianificazione urbanistica che tanti danni ha già procurato al territorio ed al nostro tessuto sociale.
L' Inps, Il Comune, realizzino piuttosto Parchi pubblici, abitazioni a basso costo ed eco compatibili per giovani famiglie o per persone sole ormai molto numerose anche a Padova.
Una nuova Città ci attende, ma solo se sapremo far tesoro degli errori del passato.
Sebastiano Arcoraci
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