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Fondazioni per il Turismo, come?

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Aug 26
  • 3 min read

Fondazione Turismo Padova – Per ora solo un'anatra zoppa!

Il 13 Agosto scorso, con la sottoscrizione dell’Atto Costitutivo, è nata ufficialmente la Fondazione Turismo Padova, Terme e Colli Euganei.

La presentazione, avvenuta in Camera di Commercio ( a proposito perché proprio lì e non in Comune?), ha suscitato molto interesse, com’era naturale che fosse, ricevendo il plauso di molte Istituzioni, rappresentanti Politici ed esponenti di varie Associazioni di Categoria.

L’idea, in realtà, era in fieri da molto tempo.

Coordinare le politiche di promozione dell’intero territorio, evitando le frammentazioni presenti, e i campanilismi, convogliando ogni risorsa economica disponibile per rafforzarne l’azione promozionale, sostituendo ( accorpando), l’attuale struttura, poco efficace, della DMO, era richiesto da tempo, e, da più parti.

Personalmente, la propugnavo, sin da quando,  insieme agli amici, con cui abbiamo dato vita, negli anni scorsi, a Liste Civiche ed Associazioni, ne sostenevamo la necessità urgente.

Per questo, anche oggi, che finalmente nasce, non possiamo che assistere al lieto evento con una certa soddisfazione.

Purtuttavia, ci permettiamo di esprimere alcune riserve sull’attuale conformazione della Fondazione, sia sul piano Politico che operativo, non mancando di suggerire alcune proposte per importanti modifiche da mettere in campo, sin da subito.

D’altronde il tempo c’è, visto che lo Statuto della Fondazione, con colpevole ritardo dei “ fondatori”,  ancora manca, senza contare che la Regione avrà  poi 60 giorni di tempo per approvarla definitivamente.

Innanzitutto l’attuale Fondazione,è sostanzialmente, Camera di Commercio centrica, visto che l’Amministratore Delegato è il Segretario Generale della Camera di Commercio, e che il capitale fondativo, di 350 milioni è stato conferito, al momento, dallo stesso Ente,  con il rischio che le adesioni successive, dei Comuni che aderiranno, del Capoluogo dell’Alta, dei Colli, dell’area Termale, della Saccisica, potranno soffrire di una sorta di deminutio capitis, relegandoli a meri attori non protagonisti.

Inoltre, è di tutta evidenza, che pure con il sostegno dei 600 mila euro, per ora solo promessi, della Camera di Commercio, per gli anni successivi, la cifra è del tutto insufficiente, sopperendo, a mala pena, al mantenimento della struttura attuale della DMO, e al compenso del necessario Management da ingaggiare, per essere operativi sul mercato degli itinerari turistici Internazionali.

Un Manager che non sia solo competente, ma anche svincolato dalle inevitabiil pressioni che eserciteranno i singoli soci.

Ci si domanda, inoltre, se è stata coinvolta l’Università di Padova,che col Turismo c’entra eccome, essendo messaggera di cultura e dell’identità Patavina nel Mondo.

Appare dunque insufficiente, quanto propugnato dallo stesso Santocono, Presidente della Camera di Commercio.

Non basterà infatti l’azione di “ data analysis”, utile solo come sondaggio sui “gusti”  dei turisti, o il ciclo- turismo, pur in crescita, né basterà la promozione, e, coordinamento, nei piccoli centri del Padovano, di eventi culturali, essendoci, peraltro, per questi, già l’Amministrazione Provinciale che li promuove e coordina, e le varie Pro Loco del Territorio, a meno di non pensare di sostituire questi due soggetti nelle attività, che, mirabilmente, già compiono.

Occorre ben altro.

La “mission” dovrà essere quella di attrarre nuovi turisti, che sappia andare, oltre Urbs Picta, che  inevitabilmente, e, progressivamente,nel tempo, potrà avere un  minor appeal, e non il promuovere manifestazioni di tipo localistico..

Per questo, a nostro parere, la Fondazione attuale nasce asfittica e, di corto respiro, sia sul piano Politico, sia per la  poca solidità  sulla sostenibilità futura dal punto di vista economico.

Il modello di Fondazione da attuare, aggiustando quello attuale, infatti non può prescindere dal ruolo del Comune Capoluogo e della Provincia, anche per evitare un inutile doppione e conflitto con questi, che, in ogni caso, manterrebbero le loro funzioni.

Naturalmente il Comune dovrebbe sostenere la Fondazione, contribuendo, almeno con il 50% degli introiti della Tassa di Soggiorno, con circa 5 milioni annui,

Soprattutto non può fare a meno del ruolo strategico della Regione, la quale potrebbe entrare, quale soggetto aderente, magari col solo 10%, per garantire un respiro quantomeno Veneto, l’unica realtà geografica e culturale, che all’estero conoscono, con Venezia,  specie in USA.

Il Modello, poi, andrebbe perfezionato ulteriormente, assimilandolo agli esempi, già di successo, sperimentati, ormai da anni,in Francia o nei sistemi Anglosassoni, ove risulta fondamentale l’apporto dei privati finanziatori.

Occorre, quindi, coinvolgere, a nostro parere, il sistema delle Fondazioni Bancarie e Assicurative, e le Fondazioni già esistenti, come la Fondazione Bano, e altri operatori del settore, come i Tour Operator e i grandi gruppi Internazionali turistici.

 

Per questo, a nostro avviso, anche i rappresentanti delle maggiori Associazioni di Categoria, come ad esempio, ha dichiarato Paola Carron, di  Confindustria Veneto Est, potrebbero fungere, insieme ad altre del settore, da elemento catalizzatore,presso le proprie 300 realtà imprenditoriali, sollecitandole a far parte della Fondazione.

Occorre, in definitiva, costruire uno scenario di più ampio contesto,pensando in grande, consapevoli che oggi serve “fare sistema”, l’unico modo per vincere le grandi sfide, che, specie in questi momenti di particolare contesto geo- Politico, ci attendono.

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