Pensioni, cosa bolle in pentola?
- sebastianoarcoraci
- 4 days ago
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Updated: 3 days ago
Nei giorni scorsi, il Governo ha annunciato che sta lavorando per sterilizzare i tre mesi in più che sarebbero necessari per andare in pensione, secondo l'attuale Legislazione.
Positivo l'intento del Governo, anche se Giorgetti, il Ministro dell'economia dovrà trovare un nuovo "tesoretto", che, secondo fonti INPS dovrebbe ammontare a circa 3 Miliardi.
E' bene sapere infatti, che da Gennaio 2027 occorrerà avere, se il Governo non interverrà con la misura suddetta, 67 anni e 3 mesi, con 43 anni, e, un mese di contributi.
Un'altra novità, all'orizzonte del pianeta Pensioni, potrebbe essere rappresentata dalla proposta del Sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, in materia di uscita anticipata dal lavoro.
Così, in vista della prossima Legge di Bilancio, ha lanciato la proposta di anticipare la pensione, per i lavoratori dipendenti, a 64 anni, mediante l'utilizzo del TFR.
La proposta, che non è nuova, si propone di far accedere, "volontariamente", ai lavoratori con almeno 25 anni di contributi INPS, al trattamento anticipato pensionistico, a 64 anni, utilizzando il TFR, come una sorta di tesoretto, in una rendita mensile al lavoratore, pari a 3 volte l'assegno sociale minimo, (circa1.616 euro), nel caso in cui la somma tra TFR e assegno ordinario superi tale importo.
La novità della proposta sta, che questa varrebbe, sia per coloro che hanno maturato i contributi col sistema interamente contributivo, conseguito dopo la riforma del 1996, sia in quello misto, ( retributivo- contributivo).
Attualmente invece l'opzione di uscita anticipata è consentita solo a chi ha raggiunto la soglia minima di importo, avendo maturato però, almeno 20 anni di contributi esclusivamente col sistema contributivo.
In definitiva la proposta Durigon, consentirebbe di integrare, col TFR, la pensione ordinaria, assimilando il TFR ai criteri del "contributivo", anche per i lavoratori che invece ricadevano nel sistema misto retributivo - contributivo.
C'è chi vede, in questa proposta, una sorta di magia finanziaria, attraverso cui, i lavoratori, sarebbero indotti, a usare il loro TFR per pagarsi la pensione.
Si ricorda infatti che il TFR è un accantonamento mensile, a cura del datore di lavoro, di somme di denaro, pari a circa il 7% dello stipendio del lavoratore, che gli saranno erogate al termine del proprio rapporto di lavoro.
Insomma le somme del TFR sono soldi del lavoratore.
In periodi di magra, per le risorse del Governo, si cercherebbe dunque una formula salvifica, sia per la capra che per i cavoli.
Solo che stavolta, di mezzo, non c'è la barca, che deve traghettare il lupo, la capra e il cavolo, come nel famoso indovinello medievale, cercando di salvare tutti dalla difficile situazione favolistica, senza che nessuno patisca un danno.
Qui si parla infatti dei lavoratori, che devono difendere, il proprio TFR, costi quel che costi, ivi compreso il non poter andare, prima, (a queste condizioni), in pensione.
Personalmente ritengo la proposta inattuabile.
Peraltro, celiando un po', questa proposta, a me ricorda, tanto, uno sketch dell'ineffabile comico Romano, Enrico Brignano, nel quale, una banca, a cui si era rivolto il protagonista della storia, per ritirare dei soldi dal proprio libretto di deposito, per comprare un elettrodomestico, gli proponeva di prendere quella stessa somma, non dal suo libretto, ma attraverso un prestito della banca stessa, ripetendogli, l'impiegato:
" perché prendere i suoi soldi, prenda i nostri, vedrà che le conviene", suscitando, fra il pubblico, risate a crepapelle.
Analogamente, oggi pensare di risolvere il problema del trattamento pensionistico anticipato dei lavoratori, attingendo ai loro stessi soldi accantonati col TFR, come nel caso di quel cliente, presso la sua banca, mi sembra, quanto meno, azzardato.
Per questo, lungi dal voler banalizzare la proposta Durigon, che è molto più articolata, mi preme, al contempo, sottolineare, come sia molto difficile, con tale proposta, convincere il lavoratore, a utilizzare in maniera impropria i suoi risparmi.
Spesso, infatti, i lavoratori, aspettano proprio la liquidazione di tutto il loro TFR per acquistare una piccola casa, o aiutare i figli che si sposano, o estinguere totalmente il muto acceso, 30 anni prima, per l'acquisto della loro abitazione, o per mettere a frutto quel piccolo capitale accumulato, in vista di eventuali difficoltà economiche, o di salute.
Occorreranno dunque, a mio parere, altre formule, che mettano insieme, risorse nuove, agevolando il l'apporto con i grandi gruppi assicurativi, e/o bancari, in grado di aiutare il Governo, in momenti, di difficoltà economica, come quelli odierni.
La stagione autunnale, appena iniziata, sarà piena di ostacoli, ma confido che il Governo attuale, e le Forze Sociali, e, Politiche, trovino insieme, nuove vie, con coraggio e lungimiranza, senza le quali, ogni proposta, pur utile, rischia di naufragare nel mare delle solite buone intenzioni.
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