Tornati da feste e festini, finite le ferie, anche il Governo torna alle sue attività.
I problemi, ahinoi, invece non vanno in ferie, ed ora, questa maggioranza di Governo, dovrà trovare circa 12 miliardi, che ad oggi mancano, per far quadrare i conti e rispettare le nuove regole U.E. sui conti pubblici, di una manovra complessiva, che si aggirerà intorno ai 23 miliardi.
Conti che non tornano, se si vuole mantenere quanto finora assicurato alle famiglie, soprattutto con i nuovi provvedimenti del taglio del cuneo fiscale, dell'assegno unico e delle miriadi di bonus ( carta acquisti- bonus mamme disoccupate, carta dedicata a te, assegno di inclusione, bonus psicologico, bonus facciate, bonus prima casa, bonus befana dal 1 gennaio 2025, etc..)
E' evidente dunque che il Governo, come ogni famiglia dovrà fare delle scelte di priorità.
Solo il taglio del Cuneo fiscale vale 10 miliardi.
Se poi, come annunciato intende tagliare l'aliquota Irpef per i redditi fino a 50 mila euro ( oggi al 35%) , occorrerà un miliardo, mentre un altro miliardo occorrerà per mantenere l'impegno del bonus befana di circa 80 euro l'anno.
I conti dunque son presto fatti e, per molti cittadini, spazi per tutti gli altri bonus non ve ne saranno, che non saranno, probabilmente, rinnovati per il 2025.
D'altronde la Politica dei Bonus resta, a mio parere, un palliativo, non certamente una cura definitiva, cosa che sarebbe, oggi, quanto mai necessaria.
Inoltre, credo non vi sarà spazio neppure per andare in Pensione con quota 41, come da tempo chiede la Lega, ma solo una certa flessibilità, consentita solo a coloro che ricadono interamente nel "sistema contributivo" e non "retributivo", o misto.
Magra consolazione per chi aveva tanto sperato su questi miglioramenti, che oltretutto, sono visti come fumo negli occhi dall'Europa, che invece preferirebbe l'allungamento dell'età pensionabile.
Non solo :
per i pensionati, il loro cedolino mensile, continuerà a non essere adeguato al costo della vita al 100%, restando mediamente solo all'80%, non potendo godere, peraltro, a differenza dei lavoratori attivi, del meccanismo legato ai miglioramenti che in busta paga arrivano dal taglio del cuneo fiscale.
Due disparità di trattamento davvero inaccettabili, per chi, come la categoria dei pensionati, oggi contribuisce attivamente alle politiche di welfare sociale delle famiglie, in supplenza dello Stato, che sulle politiche a sostegno delle famiglie è fortemente indietro, rispetto ai maggiori Paesi Europei, che invece tutelano fortemente i nuclei familiari, con risorse economiche, di gran lunga superiori all'Italia, che spende un terzo di quanto spendono la Francia e la Germania.
Eppure i Pensionati subiscono in egual misura gli aumenti del costo della vita, per spesa alimentare, bollette, affitti, spese sanitarie, etc.
Ci si dirà che la coperta è corta e quindi.....
Un Paese davvero civile, però, non può continuare a considerare i Pensionati come cittadini di serie B, svilendo oltretutto il loro ruolo nella società civile , spesso volontari in Associazioni ed Enti Locali, e caregiver delle loro famiglie.
Occorrerà dunque presidiare, coi nostri Vertici Nazionali rappresentanti della Categoria, il prossimo incontro, che il Governo terrà con le parti sociali, per assicurarci che questa importante categoria sociale non venga esclusa da politiche di riequilibrio dei redditi delle persone.
La mancata attenzione verso tale tema, non solo penalizzerebbe questi cittadini, ma diminuirebbe necessariamente i consumi, dunque anche le aziende interessate, incidendo anche sulle performance del PIL Italiano nel prossimo anno, e nella crescita economica, attesa per il nostro Paese nel 2025 all'interno della U.E.
Sebastiano Arcoraci#Legge finanziaria# Pensioni#Bonus#
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