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Intelligenza Artificiale. Tutelare la creatività umana. Come?

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Aug 25
  • 3 min read

E' indubbio che la rivoluzione introdotta dall'arrivo dell'i.a. nel mondo contemporaneo stia ponendo grande dibattito, sollevando, anche, aspetti legali, che riguardano la tutela del diritto d'autore.

Diritto protetto e disciplinato, ancora oggi, da una Legge risalente nel tempo ( L. n. 633 del 22 Aprile 1941) e dal titolo V del Codice Civile del 1942.

Leggi e Codici che non avevano, in quel tempo, previsto l'arrivo nel nostro mondo, dell'intelligenza artificiale.

L'intelligenza artificiale, come è noto, funziona come un grande elaboratore elettronico, depositario di miliardi di dati, (come un archivio enorme), che, successivamente, elabora il prodotto finale: Opera Narrativa- Articolo Giornalistico - Musica - Arte, potendosi avvalere dunque di prodotti e documenti già realizzati da altri, dagli autori originali.

Quel che è, dunque, in gioco è la tutela della creatività umana e delle sue opere.

Il dibattito attuale, anche legale, si spinge oltre, prefigurando persino, la possibilità di tutelare gli autori dei prodotti " confezionati" usando l'i.a. .

Ebbene, ad oggi, tutte le sentenze intervenute in merito, negano tale diritto di tutela, come la sentenza pilota del Giudice Americano Beryl A. Howel .

La Cassazione Italiana, dello stesso avviso, pone però, nel contempo l'esigenza di individuare delle apposite normative, che disciplinino questa materia così delicata, e, importantissima, anche per il futuro professionale, e, occupazionale, di molte persone, come scrittori, giornalisti, autori, artisti, musicisti, pittori.

Il punto è stabilire quanto è consentito usare l'i.a. e, in che percentuale.

Altre Sentenze, ad esempio, di alcuni Giudici Federali U.S.A., avrebbero indicato, alcuni limiti possibili, per il riconoscimento del diritto d'autore, purché si utilizzi solo il 30% dell'i.a., mentre il rimanente apporto creativo dell'uomo, dovrebbe essere almeno del 70%.

Naturalmente fin qui si tratta di Giurisprudenza, ma non ancora di vere e proprie Leggi in materia.

Solo di recente si sta intervenendo in alcuni settori per definire limiti e modalità d'uso dell'i.a.

Ad esempio il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, ha emanato, nel 2024, il nuovo Codice di deontologia, entrato in vigore dall'1 Giugno 2025, aggiornando il "Testo unico dei doveri del giornalista", consentendo, previa osservanza di alcune regole, l'uso dell'intelligenza artificiale.

A livello Legislativo, ci sta pensando però l'Europa, che, con il suo " AI Act, ha emanato un Regolamento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel Luglio del 2024, che impone requisiti stringenti basati sul "principio del rischio", specie nei settori dei diritti fondamentali, come la Salute, la Sicurezza, e l'Occupazione.

Tale Regolamento, in ogni caso, produrrà tutti gli effetti , contenuti nelle sue disposizioni, solo nel 2027.

Dunque, in attesa dell'esecutività del suddetto Regolamento Europeo, che esplicherà tutti i suoi effetti anche in Italia, per una parte, già da questo 2025, e, poi, compiutamente nel 2027, è auspicabile, a livello Nazionale, il varo del Parlamento, di una disciplina Legislativa, che "regolamenti", definitivamente, e dettagliatamente, una materia così intricata e delicata per gli aspetti che tocca, di rango primario e Costituzionale.

Nel frattempo, a me parrebbe doveroso, oltre che disciplinare gli effetti dell'i.a., proteggere in ogni caso, gli autori, anche attuali, di opere originali.

Occorrerebbe, a mio parere, una sorte di certificazione che attesti " il non uso" dell'i.a., da parte dei creatori, per informare il lettore, gli spettatori, ascoltatori, visitatori, e i destinatari delle varie produzioni originali, che quell'autore non si è avvalso del contributo dell'i.a., e che ciò che ha creato non è un DERIVATO.

Tale certificazione meglio risponderebbe al principio di trasparenza nel rapporto con il pubblico e gli utenti che utilizzano tali "creazioni", per differenziarle, correttamente, da chi, invece, opera con l'ausilio dell'i.a. .

Naturalmente la rivoluzione introdotta da tale uso non va demonizzata, anzi, essa, correttamente utilizzata, può essere di grande aiuto per lo sviluppo delle nostre conoscenze, con dispendio di minor energie.

Purtuttavia, resta, a mio giudizio, fondamentale indicare all'utente finale, la provenienza dell'opera, musicale, letteraria, artistica e creativa, di cui fruiscono.

Così come, preventivando una minor occupazione, in molti campi lavorativi, dovuta proprio all'uso dell'i.a., dovranno essere tutelati i lavoratori coinvolti in tale fenomeno, riconoscendo, a questi, in ogni caso, il proprio apporto umano, sia nella impartire gli ordini esecutivi, al sistema di calcolo dell'i.a., sia nel loro apporto "creativo" nelle varie fasi operative di lavorazione.

In conclusione :

il progresso scientifico è sempre fonte di crescita, anche umana, a condizione che sia sempre riconosciuto all'uomo il suo ruolo di unico, e, originale protagonista.

Certificato senza i.A.

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