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Istat conferma tutele e salari diminuiti. proposta: Stipendio ogni 2 Settimane ( come in U.S.A.).

L'Istat, diretto dal sociologo De Rita, nelle scorse settimane, ha confermato che il 64% degli Italiani non è contento del proprio Lavoro.

Se a questo si aggiunge il dato preoccupante delle minor tutele dei lavoratori, in ordine ai loro diritti , sempre più disattesi dal nuovo modo di produrre, e che in Italia gli stipendi non crescono da 20 anni, a differenza che in altri Paesi Europei, come Germania, Francia e Regno Unito, ( + 11%) diminuendo dell'8,3%, c'è davvero da preoccuparsi.

Per questo , io credo , sia giunto il momento di rivendicare, senza remore , maggiori tutele e maggiori salari.

Anche negli U.S.A. , seppure anche gli Americani abbiano dovuto fronteggiare la crisi Pandemica, lo stipendio è aumentato, passando da 26 dollari l'ora a 30,74 dollari , di media, con punte che arrivano a 45 dollari l'ora nei settori Finanziari, dell'Information Tecnology ( ICT) e delle Utilities( Acqua . Luce e Gas).

Peraltro mentre in U.S.A., pur in presenza di una forte inflazione, la pressione fiscale si attesta al 30% , così come in altre Nazioni Europee, in Italia si è ormai raggiunta

( diretta ed indiretta) la soglia del 50%.

Sta dunque alle Forze Sociali e Politiche issare la bandiera dei diritti del lavoro:

chi prima lo farà , prima sarà premiato.

Per ora si assiste ad un silenzio assordante, a parte Landini della CGIL e Capone dell'UGL, i due unici leader Sindacali che al momento si distinguono fra gli altri.

Mute anche le forze Politiche ,che evidentemente, si accontentano dei Bonus del Governo, di 200 euro una tantum, come piccola mancetta da erogare a tutti, compresi i percettori di Reddito di Cittadinanza, che poco hanno a che fare col mondo produttivo anzichè far riconoscere dignità al fattore lavoro.

Infine è da rilevare il continuo profondo divario col SUD dove i lavoratori guadagnano il 28% in meno di quelli che vivono al Nord Ovest, e che i giovani sono sottopagati rispetto agli adulti del 30% , mentre le donne (in tutta Italia ) del 14,1 % in meno rispetto agli uomini.

Altro dato significativo, ed a mio parere, da invertire nettamente, è quello che un Dirigente oggi guadagna 7 volte in più di un operaio ed il doppio di quadri e funzionari tecnici.

Allora che fare?

Innanzitutto rivalutare l'apporto del fattore lavoro rispetto a quello speculativo Finanziario e da Capitale, pagandolo molto meglio ed attribuendo ruoli decisivi nella organizzazione produttiva, ad esempio facendo partecipare agli utili d'Azienda, comprese le Multinazionali, i lavoratori, e poi introducendo il salario quindicinale, o bisettimanale, non più mensile, sull'esempio, ancora una volta degli Stati Uniti, atteso che ormai in Italia i Lavoratori, col loro stipendio, non giungono neppure più , alla fatidica terza settimana.

Naturalmente, a fronte di ciò, bisognerà esser disposti, in cambio, a concordare , come lavoratori, una modifica dei cicli produttivi e l'organizzazione del lavoro, ancor oggi ancorati ai vecchi modelli del fordismo industriale.

Un modo eclatante per cambiare le consolidate abitudini e lo status quo, che tanto danno sta recando al Paese, ai Lavoratori, ed in particolare ai giovani ed alle donne.

Tanto che i giovani stanno rinunciando al sogno di costruire una famiglia, oppure scelgono di andare all'Estero , ove, evidentemente, le condizioni di vita sono migliori.

Per questo è giusto rilanciare la crescita e lo sviluppo del nostro Paese, innovando anche una classe politica mediocre e miope, che ormai poco ascolta i bisogni dei suoi cittadini.

Infine , a mio parere, occorre rafforzare o , per meglio dire, introdurre politiche di Welfare Contrattuale e Territoriale, per un nuovo modello del lavoro, che ridia dignità al lavoro e faccia crescere il Paese , ormai , dagli anni '90 , affondato nella palude della inconcludenza e del mancato Moderno Riformismo.


Sebastiano Arcoraci










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