Pier Silvio? Faccia l'imprenditore!
- sebastianoarcoraci
- Jul 13
- 4 min read
In questi giorni, dopo alcune dichiarazioni ai media del figlio di Silvio Berlusconi, fratello Germano di Marina, Patron di Mediaset e azionista di Fininvest, la Holding di famiglia, presieduta da Marina, si è parlato di una discesa in Politica di Pier Silvio Berlusconi.
Non v'è chi non veda una sorta di scimmiottamento di Elon Musk, che ha appena dato vita ad America Party.
Qualcuno potrebbe anche pensare a una sorta di competizione interna con la sorella Marina, il cui ingresso in Politica, è stato spesso invocato dai maggiori Major e azionisti di Forza Italia, per la sua capacità, di difendere, con forza, la memoria del padre Statista, dopo, e, soprattutto, di indicare alcuni temi dell'agenda Politica Italiana, specie sui diritti civili.
Marina, però, ha sempre declinato l'invito ad entrare in Politica, e, a guidare il Partito del Padre Fondatore, consapevole, io credo, di dover salvaguardare, il proprio ruolo di imprenditrice, libera ed autonoma dalla Politica.
A differenza della sorella, invece, oggi, Pier Silvio, dichiara alla stampa, che potrebbe pensare a un suo impegno diretto in Politica.
Si ripropone, dunque, il problema del nepotismo in Politica.
Ebbene, personalmente, ritengo che l'Italia abbia, in tal senso già dato.
In Italia, infatti, i tempi son cambiati.
E, se la storica discesa in campo di Silvio, allora, colmò un vuoto, che si era creato, dopo la falsa rivoluzione delle toghe rosse, impedendo a una sinistra demagogica e massimalista, di raccogliere la ricca e positiva, fino ad allora, eredità del Pentapartito, Governando il Paese, oggi le condizioni sociali, economiche, e, Politiche, sono assai mutate.
Gli equilibri Politici e sociali, infatti, si sono consolidati, rappresentando una situazione, che vede, sostanzialmente, due Poli a contendersi la guida del Governo, con l'agognato Terzo Polo, in realtà affossato dal duo rissoso Renzi- Calenda.
Inoltre, superata la stagione di Tangentopoli, miseramente abiurata, anche dal suo principale interprete, Francesco Saverio Borrelli, capo di "mani pulite", consapevole che, allora, la Magistratura, sbagliò tempi e modi, usurpando un ruolo che doveva essere affidato al Parlamento, e ai cittadini, oggi la Politica, si è, in parte, riappropriata del proprio significato Istituzionale.
Inoltre il Paese, oggi più maturo, tenta di risolvere i numerosi problemi, sociali, economici, e, Politici, che ancora lo affliggono, giocando la partita all'interno del quadro ordinamentale fissato dalla nostra Costituzione, consapevole, che l'orizzonte verso cui orientare la propria azione Politica, è ormai Europeo, e, Internazionale, non più solo Nazionale.
Per questo, appare davvero anti - storico, pensare che si possa pensare ad un ritorno a quella stagione Politica degli inizi degli anni '90.
Inoltre, un eventuale ingresso nell'agone Politico di Pier Silvio, riaprirebbe il tema del conflitto di interessi, dovuto al controllo di almeno un terzo dei media, con le reti Fininvest e la Mondadori, una delle principali case editrici Italiane, controllata anch'essa da Fininvest, favorendo, ineluttabilmente, il gioco dell'attuale opposizione, che, grazie, a questo nuovo cavallo di troia, potrebbe vincere le prossime elezioni politiche.
Quindi, la vera domanda è : "cui prodest" la discesa di Pier Silvio? .
Non basta il clamore suscitato da alcune ovvietà, come quelle dichiarate da Pier Silvio Berlusconi, sulla bravura della nostra Premier, o sulla non priorità dello
"Ius Italie, ri- lanciato da Forza Italia e Tajani in questi mesi.
Occorre ben altro caro Pier Silvio.
Non si comprende, peraltro, l'intento del neofita Pier Silvio, né se questo risponde alla voglia di cambiare Tajani, quale Segretario Nazionale di Forza Italia, ovvero, di lanciare, alcuni segnali di pace, alla Premier, molto irritata, dalla proposta di Forza Italia, sconfessando , quindi, la linea Politica del proprio Partito di riferimento.
In entrambi i casi, Pier Silvio, sottovaluta il fatto, che l'arte della Politica è una cosa seria.
Io credo, infatti, che, oggi, non ci si possa più improvvisare "leader politici".
Occorre una forte preparazione, ed adeguato curriculum culturale, fondati entrambi su esperienza politica e militanza attiva nelle Formazioni Politiche , e/o Movimenti, ma, soprattutto, nelle sedi Istituzionali, anche Locali.
Tutti elementi di cui "il giovane" Pier Silvio non sembra disporre.
Né si può pensare di scimmiottare i cattivi esempi Americani, ove, in ogni caso, le dinamiche sociali e politiche, sono lontane mille miglia da quelle Italiane ed Europee.
Il rischio, è appunto, che novelli Musk o Trump, rappresentino non solo una deriva democratica, ma, anche, di voler rappresentare solo il proprio " particulare", e la necessità di preservare, e/o, arricchire unicamente, il proprio patrimonio, seguendo la logica "affaristica" della attuale stagione Americana di Trump, che spero finisca presto.
Abbandoni dunque questa idea, caro Pier Silvio, e lasci che il Partito svolga la propria funzione Politica, libero da ogni condizionamento e/o padrinaggio, così come recentemente, ha dimostrato, abilmente di saper fare, aumento consensi elettorali e adesioni di militanti.
Lasci che, a determinare nuovi equilibri interni, ed esterni, al Partito, semmai se ne presentasse la necessità, siano coloro, che da anni, credono e sviluppano i principi liberali-popolari e riformisti nella Società Italiana.
Oltretutto, una nuova classe dirigente sta affacciandosi, in ogni Forza politica, come il giovane Simone Leoni , Licia Renzulli e Flavio Tosi, in Forza Italia, ma anche Giovanni Donzelli, Edmondo Cirielli Galeazzo Bignami, in Fratelli d'Italia, Alberto Stefani e Andrea Crippa nella Lega, Chiara Gribaudo, Paolo Romano, Stefano Bonaccini nel PD, Marianna Ricciardi, Paola Taverna, Chiara Appendino, nei 5 Stelle, solo per citare i Partiti maggiori, tutti con, già alle spalle, una buona esperienza interna, e, nelle Istituzioni, e, che potranno sostituire, la vecchia classe dirigente Italiana.
Aiuti questi nuovi percorsi piuttosto e agevoli la crescita del pensiero liberale e dei moderati in Italia, anche attraverso i suoi canali televisivi, migliorando la qualità dei programmi delle sue reti, magari puntando meno alle soap- opere e più all'informazione di qualità, contendendo, per esempio, con la sua rete generalista, e ammiraglia, Canale 5, a La 7, una certa dominanza in questo settore.
Del resto, personalmente preferisco grandi imprenditori e grandi politici, preservando ognuno la sua precisa identità e libertà d'azione.



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