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Proposta PD su Cognome dei figli solo della madre rasenta il ridicolo!

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Mar 26
  • 4 min read

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

Lo diceva una grande leader storica, scrittrice e intellettuale di sinistra, Lidia Ravera.

Infatti, tanto ridicola è la proposta dell'ex Ministro alla Cultura ( Sigh), Dario Franceschini, che davvero, apprendendola, vien da ridere.

Proporre, con tanto di formale deposito al Senato, per iniziare l'iter Parlamentare, della Proposta di Legge, per attribuire ai figli, il solo cognome della madre, fa davvero capire, come questa classe Politica, non solo sia lontano dai veri bisogni del Paese, e, dei suoi cittadini, ma, anche, che tali idee malsane, allontaneranno sempre più gli elettori dalle urne, soprattutto quelli del PD e della Pseudo- Sinistra.

Innanzitutto si immagini le lacerazioni che tale proposta provocherebbe all'interno della Famiglia, peraltro, già da tempo in crisi, per altre ragioni, senza sentire il bisogno di dividersi anche su questo tema.

Poi, con tale proposta, Franceschini, e, il PD, dimostrano di vivere su un altro Pianeta, del tutto avulso dal Pianeta Italia.

Franceschini, che evidentemente ignora le vicende e la storia, dovrebbe piuttosto occuparsi delle sorti delle famiglie odierne, che faticosamente, riescono, nel contesto economico e sociale del nostro Paese, a sbarcare il lunario, e assicurare ai figli un altrettanto futuro dignitoso.

d'altronde la storia è vecchia:

La Sinistra, da tempo, intende criminalizzare il ruolo dei Padri, che a suo dire, ha ingiustamente beneficiato, in seno alla famiglia, di un ruolo preminente e dominante, svilendo il ruolo e la dignità delle donne.

Peccato che, Franceschini, e, il PD, Ignorano il fatto storico, che in molte Regioni del Sud, in Sardegna, Abruzzo, Puglia, Sicilia, ma anche del Nord, in Romagna e in molta parte del Veneto, per moltissimo tempo, ed ancora oggi, in parte, il ruolo dominante e primario, è stato assunto dalle donne, quindi dalle madri, evidenziando, piuttosto, un vero e proprio "regime matriarcale".

Franceschini, non sa, evidentemente, che in queste aree, le donne, anche per contingenti esigenze di vita, ed organizzazione familiare, hanno assunto il ruolo di perno centrale della famiglia.

Si parla in questi casi di "Grande Madre", a significare il ruolo principale e dominante della madre, sia nella educazione dei figli, che nella gestione del "menage familiare".

D'altronde, in terre in cui l ' organizzazione del lavoro, per ovvie ragioni, teneva spesso lontani dalla famiglia i Padri, risultava più agevole, e preminente il supporto delle madri alla crescita della famiglia, e delle dinamiche familiari.

Era, e, in alcune aree lo è ancora, la madre insomma a prendere le decisioni più importanti che riguardavano, l'economia familiare, i figli e la famiglia nella sua interezza.

Franceschini ignora anche che, nelle moderne società familiari, è svanito, da tempo, il modello previsto dalla nostra Costituzione, all'art. 2, quale organizzazione sociale primaria fondata sul matrimonio, eppure la Legge Cirinnà sulle Unioni Civili è ormai prassi consolidata.

Non sa neppure che, nel nostro Paese, i divorzi ormai raggiungono percentuali altissime, (ben il 46,88%), elemento che ha, necessariamente, sconvolto l'idea stessa, che, tradizionalmente rappresentava la famiglia secolare Italiana.

Ignora, che tale nuova situazione, tipica dei tempi moderni, ha scomposto gli elementi della famiglia, ridisegnando di fatto un nuovo modello familiare?

Un modello in cui, piuttosto, si evidenzia, per evidenti ragioni obiettive, o per scelte passatiste di una certa Magistratura, si assegnava, nel 90% dei casi, nelle separazioni e divorzi, il ruolo di educatore dei figli minori, esclusivamente alla madre, con conseguente restringimento, se non annullamento, del ruolo e degli spazi dei padri.

Tant'è che su tale delicata questione sono nate molte associazioni dei padri separati per rivendicare il proprio ruolo, altrettanto importante per i figli.

Per fortuna, caro PD, e caro Franceschini, a seguito di tali lotte, non certo per merito del PD, da qualche anno, grazie alla Legge n. 54 del 2006, i Giudici, procedono, giustamente, sul destino dei minori, secondo un principio "paritario", mediante l'affidamento congiunto.

Dunque, come si può vedere è il ruolo dei padri, che, tante volte, è stato messo in discussione, con evidenti ricadute negative per i figli, andrebbe rivalutato.

Studi sociologici e scientifici di livello, per fortuna lo dimostrano, ( Scuola Lombarda di Psicologia in primis).

D'altronde il ruolo del Padre da sempre rappresenta l'idea della Legge, incarna l'Autorità.

Forse è per questo, che il PD e Franceschini, intende attribuire ai figli solo il cognome Materno?, intendendo promuovere cioè una idea di Società dell' "anomia", senza regole, e senza Legge?

Caro Franceschini, mi creda, questa volta l'ha fatta proprio fuori dal vaso.

Ritiri questa ridicola proposta e la smetta, Lei e il PD, di giustificare ogni vostra azione Politica nell'intento di combattere il famigerato Patriarcato, che esiste solo nelle vostre menti avulse dalla realtà del nostro Paese.

E' dal 1975, con la Legge di Riforma n. 151, che il Patriarcato è stato abolito.

Anche il Codice Civile, all'Art. 143, prevede la parità di diritti e doveri fra coniugi, così come la Giurisprudenza, che, via via, si è conformata a tale principio di equità.

Per concludere, smettetela di iniettare veleno nelle dinamiche familiari e fra le persone, e, cercate di battervi, poiché pagati da noi cittadini elettori, per "giuste cause", e, per Riforme che rendano ancora più equo, e, moderno il nostro Paese.

Le indico ad esempio, una battaglia da portare avanti sin d'ora:

quella del il tema del cambiamento intervenuto nell'idea di famiglia, con la conseguente costruzione, delle cosiddette "famiglie allargate", e si normi l'organizzazione di questo nuovo soggetto sociale.

Ne va, questa volta davvero, dei diritti e dei doveri dei componenti di tali nuove famiglie, dei diritti dei figli dell'ex coniuge, del diritti dell'ex partner, e di quelli dei nuovi partner.

Ad oggi, infatti, in Italia non esiste una regolamentazione di tale importante fenomeno sociale.

Ecco cosa potrebbe cominciare a fare caro Franceschini, anziché battersi per il cognome esclusivo della madre ai figli.

Peraltro, a seguito della Sentenza n. 131 del 2022 della Corte Costituzionale, abolitrice del vecchio art. 262 del Codice Civile, oggi, si consente, dal 2 Giugno 2022, ai figli, di assumere il doppio cognome, quello della madre e quello del padre.

La prego, si dia una mossa, se no, re- interpretando il senso delle parole del grande Totò, nel film "i Re di Roma", finirà che gli elettori affermino :

" poi dice che uno si butta a destra.", anziché a sinistra, come da Lei e dal PD auspicato.

#sebastianoarcoraci#@propostepercomeperderevoti#








 
 
 

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