La buona notizia, in questi primi giorni dell'anno, è, che, finalmente, in Parlamento, si sta discutendo una Legge, la AC n. 1573, che darebbe vita all'applicazione dell'Art. 46 della Costituzione Italiana, in merito alla partecipazione dei lavoratori alla governance e agli utili d'Impresa.
Un obiettivo, che, se raggiunto, può rappresentare la vera rivoluzione nel mondo del Lavoro e dell'Impresa in Italia.
E se il rinnovo dei contratti è certamente la via maestra, per ottenere gli aumenti dei salari dei lavoratori, peraltro di modeste dimensioni, come quello per la scuola ( 65 euro mensili netti), o la pre- intesa su quello della Sanità ( 120 euro netti mensili), quella percorribile con la Legge, attualmente in discussione al Parlamento, rappresenterebbe ciò che in Germania, con la cogestione, ad opera della Legge del 1951, ( la betriebliche - Mitbestimmung), è da molto tempo prassi consolidata.
In Germania i lavoratori, nelle grandi aziende, specie nelle Società di Capitali, sono presenti, attraverso le rappresentanze sindacali, nei Consigli di Sorveglianza, con diritto di condividere le più importanti scelte dell'Impresa.
Analogamente avviene in Spagna, con i Comitès de Impresa, o in Francia coi Comitès Sociaux ed Economique.
Così, oltre che sui diritti e la disciplina del personale, si co - decide, in tali realtà estere, anche sul salario variabile, riduzione dell'orario di lavoro, e, cosa più importante, sulla distribuzione, in percentuale, sugli utili d'impresa.
Conquiste che han portato, sia ai lavoratori, che alle aziende, numerosi benefici, primo fra tutti quello dell'incremento della produttività aziendale, e, di conseguenza degli utili d'Impresa, in particolare nelle grandi aziende, e, in specie, in quelle del settore metallurgico e carbonifero ( in Germania).
La differenza con l'Italia, che ha i salari fermi da 30 anni, come è noto, è stata l'enorme scarto fra un salario di un lavoratore Italiano, e, quello di un lavoratore tedesco o Francese, con un rapporto di 1 a 2.
Oggi, dunque, pur considerando la difficoltà di applicare la Legge, che si spera sia in dirittura d'arrivo, alle Aziende Statali, o a quelle a partecipazione Statale, è indubbio il risultato vantaggioso, e per certi versi rivoluzionario, che questa potrebbe comportare per le Aziende Private di una certa dimensione ( 100 dipendenti ? ).
Un risultato che supererebbe, oltretutto, una vecchia e manichea divisione, di cultura Marxista, fra Impresa e Lavoratore, che per decenni, supportata da una certa Sinistra, vedeva l'Impresa e il lavoratore in perenne conflitto fra loro.
Una visione, a mio parere, superata dalla storia, e dalle enormi innovazioni tecnologiche, che, via via, ha portato, positivamente, al cambiamento, sia nelle relazioni sociali fra Impresa e Rappresentane Sindacali, sia fra fra le Aziende e gli stessi lavoratori, consapevoli, entrambi, che il destino dell'azienda, è fortemente, e necessariamente, legato al destino degli stessi lavoratori, oltre che dell'intero Paese Italia.
Non resta dunque che attendere fiduciosamente che tale "rivoluzione" possa presto realizzarsi, e, che il fattore lavoro sia, finalmente, argomento prioritario nella Agenda Politica Italiana.
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