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Sblocco licenziamenti il 31 luglio provochera 70.000 disoccupati.

Seppure il Governo continui a rassicurare le parti sociali sostenendo che saranno tutelati i settori della filiera industriale più in crisi come il legno,,il tessile o il calzaturiero, a cui sarà confermato il blocco, il prossimo mese di Luglio, circa 70.000 lavoratori resteranno disoccupati.

Si parla invece di possibili sblocchi occupazionali in alcuni settori propulsivi come l' edilizia grazie al super bonus di recente rinnovato e ri finanziato.

Credo comunque che l" edilizia difficilmente riuscirà ad assorbire parte dei 70.000 prossimi disoccupati sia per

l ' età solitamente avanzata di questi disoccupati, sia per la diversa professionalità che il settore edilizia richiede solitamente, come carpentieri, geometri, ingegneri, architetti, tecnici elettricisti , manovali specializzati, posatori, marmisti , etc.

Quindi si prefigura una situazione esplosiva e caldissima da luglio in poi e non solo per la calura estiva.

Si discute in questi giorni , in ogni caso con molto ritardo, della modifica degli ammortizzatori sociali per ampliare sostanzialmente gli aventi diritto ma quasi certamente questa non sarà a mio parere una buona soluzione sia per i soldi che il Governo avrà difficoltà a reperire ( non certo dal ricovery fund) che per la riproposizione pedissequa e poco originale di affrontare il problema semplicemente aumentando gli aventi diritto.

Penserei piuttosto ad un piano di graduale assorbimento in quei settori, previo un periodo di tre mesi di adeguata formazione e riqualificazione delle persone destinate a rimanere disoccupate, che non sono propulsivi al momento ma che potranno esserlo nel breve periodo come il fotovoltaico, l ' ambiente, la tutela e la ricucitura del territorio, il riattamento delle nostre periferie , la tutela dell' ambiente marino con interventi di ripulitura dei fondali e delle spiagge, il rafforzamento delle nostre coste, l' implementazione del digitale, e l' intero sistema della innovazione tecnologica, assicurando per un anno , fondi e risorse finalizzate a queste aziende, idonei a sostenere gli investimenti necessari per avviarsi e consolidarsi nel mercato.

Basta soldi buttati via con la cassa integrazione a perdere pagata da tutti gli italiani , ciò che serve è un progetto serio e credibile di rilancio dell' economia del ns Paese e non interventi assistenzialisti .

Ora bisogna crederci e sperare che anche le rappresentanze sindacali non si arrendono ancora una volta al destino cinico e baro che tante volte ha già insipientemente penalizzato l' Italia facendola rimanere in coda fra i Paesi Europei .

Sebastiano Arcoraci

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