E' di ieri il risultato, vincente per il CS, delle Elezioni per i Governatori delle Regioni Emilia Romagna e Umbria.
Il risultato, scontato per la Regione Rossa per antonomasia, come l'Emilia Romagna, e molto più risicato in Umbria, ha fornito un dato ormai incontrovertibile, la mancata presenza alle urne degli elettori, specie proprio nel "fortino rosso", simbolo, da sempre, di partecipazione alla vita democratica dei propri cittadini, di agiatezza e benessere, di ricchezza del tessuto produttivo, del cooperativismo, e, di uomini illustri dati al Paese; esempio di ricchezza culturale e del pensiero libero.
Eppure, dopo molti esempi positivi, ieri, credo, che l'Emilia Romagna, abbia dato l'esempio peggiore, segnando il punto più basso, nella presenza alle urne dei suoi cittadini, collocandosi sotto la soglia del 50%, per l'esattezza al 46,6%.
Praticamente ormai, a recarsi alle urne è meno di un elettore su due.
Un dato che fa sorgere costernazione ed insieme allarme per il futuro della nostra democrazia
Potrebbe infatti accadere che, ove non si cambiasse, si abbiano Istituzioni Democratiche e Assembleari, senza una adeguata rappresentanza, con percentuali di elettori sotto la soglia minima del 50%, senza dunque un mandato "legittimo" e popolare, che non rappresenterebbe "la maggioranza dei cittadini.
Persino nelle Assemblee Condominiali o nelle Associazioni, per deliberare validamente occorre la maggioranza del ( 50 + 1 ).
Rebus sic stantibus, dunque si creerebbe un "minus democratico, un deficit di rappresentanza.
Il fatto è che così facendo si direbbe addio alla tanto sbandierata Politica dal basso, e alla partecipazione attiva dei cittadini.
D'altronde si registra, ormai, una voragine fra la classe Politica e i Partiti, e le loro Comunità, fatta di uomini e donne in carne e ossa, ma che non si sentono più partecipi alla costruzione del bene comune.
Chissà se i grandi analisti e gli Istituti di Ricerca ci lavoreranno sopra questo dato sconfortante.
Più modestamente, io, nel frattempo, tento di dare alcune spiegazioni e suggerimenti per ri- avvicinare i cittadini alla Politica e alle Istituzioni.
Una delle cause potrebbe quella che ormai i Partiti, han perso il voto della generalità dei cittadini, riuscendo a raccogliere solo quello di "apparato", ma questo, seppur vero, credo non basti a spiegare un fenomeno così vasto.
Personalmente, credo, che la causa maggiore, abbia origine dalla insufficiente proposta Politica offerta agli elettori, ma soprattutto il livello della classe Politica che si candida a rappresentarli.
Una classe Politica da teatrino, buona a scontrarsi sui talk-show, a fare i capo ultras della propria fazione, ma inadatti a rappresentare i bisogni dei soggetti protagonisti dell'attuale sistema sociale, i giovani, le donne, i lavoratori, specie quelli delle libere professioni e delle nuove professioni, dei pensionati, delle classi sociali disagiate.
In questo, molta responsabilità è dei media, e della carta stampata, oltre che dei social, che evidentemente, per fare audience, e qualche like, hanno imposto da tempo, questo modo becero di rappresentare la Politica.
Grida, insulti, parti da commedia, insulsi slogan, e misere analisi da bar, hanno nel tempo delegittimato l'intera classe Politica.
Se a questo si aggiunge qualche scandalo, che trasversalmente colpisce tutti gli schieramenti, o qualche episodio boccaccesco, come quello di questa estate col Ministro Sangiuliano e la Boccia, il quadro della vanità e "dell'arte della commedia", alla De Filippo, è completo.
E, se ancora, si aggiunge il fatto, che gli attuali Rappresentanti Politici, non rendono mai il conto sulle loro attività a nessuno, né ai loro Partiti di appartenenza, tantomeno ai cittadini e ai loro elettori, è di tutta evidenza che ai cittadini non resta neppure la speranza, di poter incidere sui cambiamenti e miglioramenti delle loro vite, della Società Civile e del loro Paese.
Non si spiegherebbe altrimenti, perché dall'80% dell'affluenza alle urne, anche alle Regionali, nel periodo della Prima Repubblica, si è giunti ora al misero traguardo del 46%, col risultato, che ad esempio, in Emilia Romagna, chi governerà, avendo ottenuto il 56% sul 46% dei votanti, è come dire, che rappresenta, di fatto solo, il 23% della popolazione attiva.
Un paradosso, e una sconfitta, per l'idea che da sempre abbiamo della democrazia partecipativa.
Ecco perché parlo di una "democrazia senza rappresentanza"
Allora io credo che occorra uno STOP, da riempire con mesi e mesi di riflessione e pronte soluzioni, perché questo non si verifichi, ad esempio, alle prossime regionali in Toscana e in Veneto, due Regioni strategiche nello scacchiere Politico e sociale del nostro Paese.
Occorrerebbe, a mio avviso, andare meno ai talk show e stare di più nei luoghi in cui vivono i cittadini, nelle piazze, sui bus, nei supermercati, nelle sedi dei quartieri, alle Poste, all'Inps, negli uffici delle ULS, nelle corsie degli ospedali, nelle fabbriche, ai mercati rionali, nelle case di riposo, nelle Università, nelle Scuole.
La classe Politica, deve tornare, ad avere il polso della situazione reale, dei bisogni dei loro cittadini, incontrandoli e parlandoci, e confrontandosi con loro.
Occorrerà anche tornare a far scegliere i propri rappresentanti ai cittadini, ( anche col ritorno alle preferenze), implementando momenti di scelta dei rappresentanti, con primarie di zona, e appuntamenti periodici di confronto.
Occorrerebbe anche che gli eletti, ogni semestre, convocassero appositi incontri coi cittadini, per "rendere il conto" di quanto fatto nel loro mandato.
E' necessario anche aprire i Partiti alla contendibilità, senza precostituire Leadership virtuali, spesso autonominate.
E' importante aprire circoli territoriali, coinvolgendo i giovani, su battaglie e temi ideali, che riguardano il loro futuro, come l'ambiente, la qualità del lavoro, l'affettività, le nuove dinamiche familiari, le sfide dell'intelligenza artificiale, i processi di nuova socialità.
Basta coi Partiti personali e solo virtuali.
E' necessario aprire le sedi delle Regioni ai cittadini, oggi distanti e moloch burocratici, come anche i Comuni, oggi divenuti luoghi di piccoli Podestà, rinchiusi in bui Palazzi del Potere.
Riprendiamoci la Democrazia, quella plurale, partecipata, fatta di contenuti, moderata, dialogante, che per per almeno 50 anni, ha saputo garantire, il benessere e traguardi di progresso al nostro Paese.
Non sono certo che orecchie attente ascoltino tali pressanti inviti, ma son sicuro, che se non si agirà presto, il tempo non ci sarà amico, e pianti da coccodrillo, poi, non serviranno.
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