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+ 60% in 3 anni per la spesa!!

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Dec 3, 2024
  • 4 min read

Updated: Jun 2

Ci vorrebbe un po' di coraggio per svelare la reale situazione attuale, relativa all'aumento vertiginoso, subito dai prodotti al consumo, specie quelli alimentari nell'ultimo triennio.

Infatti, nonostante miriadi di talk - show, cui assistiamo regolarmente, ormai ogni giorno, nessuno di questi, con nitidezza e semplicità, racconta , tale situazione.

Il dato, in sostanza, dovrebbe avere il coraggio di riportare, ciò che noi tutti, uomini e donne "normali", conosciamo bene, poiché lo viviamo, sulla nostra pelle.

La reale situazione è infatti quella che rivela un aumento del 60% dei prodotti alimentari più comuni come il pane, la pasta, il latte, carne, verdura e la frutta.

Un dato che neppure l'Istat, Istituto pubblico di ricerca, riporta mai realmente, continuando, anzi, a propinarci il dato relativo all'indice di inflazione ufficiale, che per il triennio in esame, ( 2022- 2024), indica rispettivamente in 1,9% - 8,1% e , da ultimo, nel 2024, in 5,79%, ben lontani dunque dal 20% annuo circa, con il totale, del 60% .

Se a tutto ciò si aggiunge, sempre per lo stesso triennio, l'enorme incremento, del costo delle bollette, per utenze domestiche, acqua, luce e gas, con punte pari al 33,6%, ( di media 400 euro a famiglia in più), si può ben immaginare, come la situazione economica delle famiglie Italiane medie e medio - basse- sia divenuta ormai davvero insostenibile.

Il punto è che né il Governo Giallo- Rosso né il Governo di Unità Nazionale, PD compreso, in analogia col fu Governo Monti, hanno saputo adottare, delle misure, a salvaguardia, del potere d'acquisto, dei salari dei lavoratori, o di sorvegliare, adeguatamente, l'aumento folle delle tariffe, o almeno di sterilizzarne gli effetti con strumenti di protezione per le famiglie.

La situazione, ad oggi non è cambiata di molto, sul versante degli aumenti dei prezzi, seppure va riconosciuto, all'attuale Governo, il merito di essere intervenuto, in maniera strutturale e non temporanea, sul cuneo fiscale, diminuendo di alcuni punti, il costo degli oneri fiscali, ottenendone un beneficio per i lavoratori dipendenti, che in busta paga si ritrovano ora circa 100 euro al mese in più.

Purtroppo però, ed è questo il tema che oggi, voglio affrontare, i pensionati, da ciò, non ricavano alcun beneficio, ad eccezione della rivalutazione Istat ( l'80% del 5,79 % - ahinoi), che appunto, visto il riferimento al dato ufficiale, e non reale del costo della vita, sarà pari a circa 30 euro al mese ( per i più fortunati).

Eppure la categoria dei pensionati, paradossalmente, ha gli stessi bisogni di un lavoratore dipendente, sostiene le stesse spese ( alimenti, bollette, affitti, etc..), anzi un po' di più, dovendo sostenerne di maggiori, per la salute ( medicinali, esami, visite), visti gli effetti dovuti all'evoluzione della vita moderna, e, al progressivo invecchiamento, senza avere, in concambio però altra possibile entrata, come, ad esempio, i premi di produttività, benefit e quant'altro, che invece ricevono i lavoratori attivi.

Cosa fare allora?

Io credo, innanzitutto, che sia da rivedere, questa volta a favore dei pensionati, ( ad eccezione di quelli cosiddetti d'oro), la imposizione fiscale e quella della Imposte gravanti su di loro, prevedendo una fiscalità di vantaggio sull'Irpef, pari al 10% complessivo.

E' un dovere di equità e di solidarietà nei confronti di lavoratori, che per ben più di 40 anni, con i loro contributi, hanno tenuto in piedi questo Paese, il suo sistema previdenziale e il Welfare delle famiglie Italiane.

Per questo, io credo, che il Governo, e le forze Politiche, dovrebbero aiutare tale categoria, e nel contempo i consumi e la crescita del Paese, consentendo, anche, di detrarre l'IVA dalle bollette di luce e gas, a loro destinate, oltre alle imposte locali, come ad esempio la Tari, come accade per le imprese e i liberi professionisti.

Una Politica di agevolazione sociale, che oltretutto, metterebbe al riparo, molti pensionati, specialmente quelli più a basso reddito, dal rischio di entrare in quel mondo, sub- umano, della povertà, facendolo ancor più aumentare, rispetto agli otto milioni e mezzo registrati dalla Caritas, oggi, in Italia.

Appare infatti iniquo, un sistema fiscale, che avendo già tassato una volta, per 40 anni e oltre, i loro redditi, li tassa una seconda volta, e con le stesse aliquote del lavoro dipendente.

L'Italia, oltretutto, come è noto, è fra i Paesi Europei a più alta tassazione fiscale,

( 42,8%).

E' tempo, di passare dunque, dalle promesse di abbassamento della pressione fiscale, ai fatti, magari cominciando a riequilibrare il peso gravante sui redditi da pensione.

E, se in passato, si è molto gozzovigliato, sulla pelle di intere categorie di persone, magari elargendo 6.7 miliardi alla Fiat, ( di cui 2,3 dati come premio ai loro manager), con il risultato che tutti noi oggi, tristemente, registriamo, è tempo, di restituire dignità e sobrietà al Paese, a cominciare da quelle persone che hanno contribuito a rendere questa Nazione, fra le prime 7 al Mondo, ed il secondo Paese, nella produzione manifatturiera.

Sveglia Paese sveglia, se non si vuole che i Landini di turno, e i demagoghi di ogni specie, facciano ripiombare nel buio il nostro Paese, mestando fra il disagio sociale, e, arruolando alcuni facinorosi e violenti, che, in realtà non amano davvero la nostra democratica Repubblica.

#sebastianoarcoraci#pensioniedequitàsociale#










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