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Ius Scholae o Ius Soli ?

  • Writer: sebastianoarcoraci
    sebastianoarcoraci
  • Aug 20, 2024
  • 3 min read

Updated: May 31

Nelle ultime settimane, in vista del Referendum dell'8 e 9 Giugno 2025, sul quesito n. 5, nel nostro Paese, è scoppiata la polemica sul riconoscimento del Diritto alla cittadinanza Italiana agli stranieri.

Le posizioni sono molto diverse.

Personalmente, al Referendum mi asterrò, ritendo, che a occuparsi di tale delicata materia sia il Parlamento, approvando una delle proposte depositate alle Camere, che prevede l'ottenimento della Cittadinanza attraverso lo Ius scholae.

Cerchiamo comunque di capirci qualcosa!

La attuale Legge n. 91 del '92, che disciplina tale diritto, è stata di recente modificata, e, riconosce tale diritto solo ai figli cui, almeno uno dei due genitori sia Italiano, il cosiddetto Ius Sanguinis .

Per lo straniero che sia nato in Italia può diventare cittadino Italiano a condizione che vi risieda legalmente e ininterrottamente fino alla maggiore età, consentendo di fare domanda, per l'ottenimento, anche 12 mesi prima.

In Europa ogni Nazione ha una sua disciplina relativamente alla cittadinanza.

In alcuni Paesi , come il Belgio. Germania, Irlanda , è, ad esempio riconosciuto sulla base del cosiddetto Ius sanguinis temperato, cioè a chi nasce in quella Nazione, e, almeno uno dei due genitori, lavori legalmente in quel Paese, da un certo numero di anni, normalmente dopo 5 anni.

Anche in passato il tema è stato riproposto ma nulla, finora è cambiato.

Il caso di alcuni atleti che alle recenti Olimpiadi di Parigi hanno indossato la maglia di una Nazione, l'Italia, ( Sylla, Jacobs, Egonu), pur essendo di origini straniere, rispettivamente Ivoriana, Statunitense e Nigeriana, aveva riacceso la polemica.

Peraltro la "cittadinanza sportiva" è un tema a parte, e che appunto, ai tre atleti di cui si parla, ha consentito, vista la loro nascita in Italia, e il tesseramento a una Federazione Sportiva, o perché figlio di uno dei due genitori Italiani ( la mamma di Jacobs), di far alzare il tricolore e cantare l'inno di Mameli.

Sostanzialmente due oggi sono le posizioni in campo, la prima che sostiene il diritto alla Cittadinanza solo per il fatto di nascere in Italia, a prescindere sia del tempo di residenza della persona, che del periodo di lavoro dei genitori, sia a prescindere dalla Nazionalità dei genitori, sostenuta dal Pd, dalla intera Sinistra, e da Azione, ( Ius Soli), mentre una seconda posizione, sostenuta da Forza Italia e Italia Viva, propone l'acquisizione della cittadinanza, già a 16 anni, attraverso un percorso scolastico, compiuto in Italia, per soddisfare il cosiddetto obbligo scolastico - formativo

( Ius Scholae), dopo 10 anni.

A mio parere, comunque, va richiesto, per l'acquisizione del diritto, un periodo idoneo di "integrazione culturale" nel nostro Paese.

E' necessario cioè, quella fase preliminare, e, sostanziale, di conoscenza e apprendimento delle regole, linguaggio, cultura, che è insita di ogni Nazione, debitamente certificata da una Pubblica Autorità, prima di diventare Cittadino Italiano.

Una integrazione attiva dunque, partecipata e certificata, che consenta di riconoscere i "valori" fondamentali che cui si ispira il nostro Paese:

libertà di pensiero, rispetto delle regole minime di convivenza civile, libertà di culto, riconoscimento di pari diritti di genere, di solidarietà sociale, dei diritti e dei doveri fondamentali della nostra Costituzione Repubblicana.

Posizioni oltranziste, demagogiche e velleitarie, sono, a mio parere dannose, e semmai producono l'effetto contrario di ciò che si propugna, contribuendo a ritardare, sine die l'affermazione del diritto di Cittadinanza, così come sono da respingere, posizioni che intendano mantenere viva la polemica, solo per

inasprire il dibattito politico, rafforzando posizioni di "bassa lega", cui l'Italia non riconosce Costituzionalmente, per fortuna, alcuna cittadinanza.

27 Maggio 2024

sebastiano arcoraci - Scrittore- Blogger







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