l'Italia bella, ma più cattiva?
- sebastianoarcoraci
- Jul 5
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Updated: Jul 7
L'Italia, per tutto il Mondo, è il Bel Paese.
Lo testimonia la continua crescita di stranieri che, sempre più, ( 250 milioni +6, 8 nel 2024 ), arrivano nella nostra Capitale, vero e proprio giacimento culturale Internazionale, a Venezia, con le sue calli e la laguna, a Milano, la Città della moda, agli Uffizi di Firenze, nella Verona di Romeo e Giulietta, sul Lago di Como, o a Cortina con le sue splendide Dolomiti, a Napoli col suo Castel dell'Ovo, a Torino col suo Museo Egizio, Rimini per la sue infinite spiagge, a Genova, la città della Lanterna e i suoi vicoli, e a Bologna con la Torre degli asinelli e i suoi portici.
Per non parlare dei monti del Trentino, il Salento in Puglia, distesa infinita di verde e mare cristallino, o delle due magnifiche Isole, la Sicilia, col suo barocco e Teatri Greci, e la Sardegna, vero e proprio luogo dell'incanto.
Un elenco, da cui, secondo alcune agenzie di stampa di settore, risultano le prime dieci Città a più alto tasso turistico, oltre ai luoghi più ricercati dai turisti stranieri, ma soprattutto Italiani, come, di recente, le Città d'Arte.
Un risultato che premia le eccellenze culturali e enogastronomiche del nostro Paese.
Quello che però , non emerge da questo quadro, molto positivo, per la nostra bilancia commerciale e il nostro PIL ( 13% ), è che l'Italia, pur bella, è diventata più cattiva.
Già da qualche anno, infatti, secondo il Censis, la situazione è peggiorata, rispetto a quei tratti significativi, che da sempre, nell'immaginario collettivo, hanno identificato gli Italiani, cioè, l'allegria e la bontà d'animo.
D'altronde, ognuno di noi, avrà avuto modo, in questi ultimi anni, di verificare tutto ciò.
La gente è più cattiva, meno tollerante verso gli altri, più intransigente nei giudizi.
Basti pensare a quanto accade quotidianamente sui social, vero specchio del Paese, o agli sportelli dei vari uffici, o presso i Pronto Soccorso degli Ospedali, o nel traffico cittadino, con ripetuti episodi litigiosi, che a volte sfociano in tragedie.
Un dato che si ripete anche con le numerosissime cause civili davanti ai Tribunali e Giudice di Pace.
Quel che emerge, insomma, é un quadro distante da quello che, fino a qualche decennio fa, raffigurava noi Italiani, come un popolo felice.
Ma quali sono le cause di questo fenomeno ?
Fonti autorevoli le fanno risalire, in parte agli effetti de- socializzanti dell'isolamento forzato durante il periodo Covid, e, in altra, ben maggiore, a un generalizzato pessimismo sulle prospettive di crescita e benessere del nostro Paese.
Risulta infatti, che solo il 23 % degli Italiani, si ritiene soddisfatto del proprio status sociale.
Inoltre, solo un terzo ritiene che potrà migliorare le condizioni socio- economiche, rispetto ai propri genitori, mentre prima funzionava, il cosiddetto ascensore sociale.
Il che spiega, anche, il fenomeno massiccio di migrazione all'estero di molti dei nostri giovani (5 73 mila negli ultimi dieci anni), e fra questi molti cosiddetti "cervelli", con una perdita, economica, di circa 108 mila euro per la formazione di ognuno di loro, che sommati ai 170 mila euro sopportati dalle loro famiglie ammonta a ben 278 mila euro, senza calcolare il mancato introito da tasse, che questi giovani pagherebbero se rimanessero in Italia ( 388 mila euro).
Un vero e proprio salasso, che non è, finora, stato colmato, se non in piccolissima parte, dagli effetti del D. Lgs n. 209 del 27 Dicembre 2023, e succ. Legge di Bilancio 2024, che prevedono un incentivo al ritorno dei "cervelli, attraverso una sostanziosa defiscalizzazione del loro reddito imponibile .
Un dato che dovrebbe far riflettere molto ogni Governo.
Dati, che contribuirebbero, dunque, a far scaturire la maggiore cattiveria e cinismo, da parte degli Italiani.
Se a questo si associa, una generalizzata disaffezione alla educazione, e alle buone maniere, specie in alcune fasce di popolazione, il risultato non può che essere quello descritto.
Apatia, demotivazione, mancanza di prospettive, hanno reso gli Italiani, un po' più burberi e più disincantati, ben lontani da quel " sentiment", che, dagli anni '60 e fino agli anni '90, rendeva gli Italiani un popolo felice, al pari Finlandesi e Danesi.
Pensare quindi, che invece, oggi, l'Italia si collochi solo al 40° posto, della classifica mondiale, stilata dagli autorevoli Istituti, Gallup, e Oxford Welbeing Research, impone, a tutti noi, al Governo, e alle parti datoriali, anche Pubbliche, una revisione dell'attuale situazione, operando una netta inversione di tendenza, sia attraverso adeguate Politiche Sociali , che, mediante nuove Politiche per il lavoro, premiando il merito, e, l'impegno, a rendersi protagonisti della crescita e dello sviluppo economico del nostro Paese, a fronte, però, di salari e condizioni di vantaggio fiscale e abitativo, in grado di attrarre maggiormente i giovani, offrendogli nuove e più sicure prospettive di vita futura, così rendendoli, magari, meno cattivi, ma, soprattutto più felici.
sebastiano arcoraci
Luglio 2025



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